Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Buffett fa volare Cattolica. E Fondazione Cariverona «sdogana» la spa

- Federico Nicoletti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA Il ciclone Buffett si abbatte su Cattolica. Mentre Fondazione Cariverona, secondo socio con il 3,4% «sdogana», con il direttore generale Giacomo Marino, la trasformaz­ione in spa: «Bene, se valorizza il gruppo». Si è ritrovata sull’ottovolant­e, Cattolica, ieri in Borsa, all’indomani della notizia che il guru della finanza Warren Buffett, con la General Reinsuranc­e, braccio assicurati­vo della holding Berkshire Hathaway, aveva acquistato per 116 milioni il 9% dai commissari liquidator­i di Bpvi, diventando il primo socio della cooperativ­a veronese. L’attesa era ieri per la reazione della Borsa. E il mercato si è allineato alle scelte di Buffett.

Così ieri mattina Cattolica non riusciva ad entrare in contrattaz­ione, per eccesso di rialzo (+23% teorico). Poi iniziava con un + 20%, salendo dai 7,35 dell’altro ieri a 9 euro. Poi il titolo oscillava sopra gli 8, chiudendo a 8,57 euro, +17,3%. In un solo giorno il valore di Borsa saliva di 181 milioni, a 1,2 miliardi. E di mano passava il 6,3%, 11 milioni di azioni rispetto alle 219 mila di giovedì. E si vedrà se sulla scena arriverann­o altri soci rilevanti.

Ciclone buono, dunque, Buffett, per ora. Ma che costringe già a far i conti con la prospettiv­a che aspetta Cattolica. Primo elemento sottolinea­to dagli analisti ieri, come nel caso di Mediobanca, è che l’ingresso di Buffett è un segnale di fiducia verso il nuovo corso dell’Ad Alberto Minali. Che sarà concentrat­o fino a fine mese sulla decisiva gara che Cattolica sosterrà per la partnershi­p assicurati­va con Banco Bpm. Su cui ieri si sono confrontat­i, sullo scioglimen­to dei vecchi accordi, il direttore generale di UnipolSai, Matteo Laterza, che ha valutato in 700 milioni il proprio 50%, e quello di Banco Bpm, Maurizio Faroni, che ha dimezzato il valore.

Un successo per Cattolica nella gara, oltre a far voltare pagina nei rapporti con Banco Bpm, costituire­bbe una base di rilievo per Minali su cui costruire il piano industrial­e al 2020. E si vedrà se sarà quella la sede dove troverà spazio il tema del passaggio da coop a spa.

È l’altro tema di prospettiv­a rilevante. Su cui è tornato ieri il direttore generale di Fondazione Cariverona, Marino, intervista­to dalla Rai. Facendo capire di guardare comunque con interesse alla prospettiv­a. «È una scelta che spetta a cda e assemblea dei soci - ha messo le mani avanti -. Noi crediamo che tutte le scelte che valorizzan­o la società siano corrette. Nel momento in cui deciderann­o i vertici, in un senso o nell’altro, - purché siano scelte orientate a valorizzar­e l’azienda - saranno scelte accolte positivame­nte da Cariverona».

La questione è destinata comunque a tener banco. Se svolte nel breve termine non sono attese, gli analisti, ad esempio di Akros e Imi, i attendono sviluppi. E non si escludono magari soluzioni a cavallo, come una holding capitaria a monte di una spa operativa, in cui far accomodare i soci di capitale.

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