Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Reati a picco, Treviso fra le più sicure Il procuratore: «Merito dei controlli, sbagliata la percezione di tanti cittadini»
TREVISO Nonostante i gruppi sui social che diffondono e amplificano ogni episodio, malgrado i politici che nei talk show accolgono e rilanciano gli appelli alla sicurezza, in provincia di Treviso, come nel resto del Paese, i reati sono in calo. Con un segno meno che si attesta quasi sull’8% rispetto al 2015 e pone la Marca tra le province più sicure. A dirlo sono i dati diffusi dal Sole 24 Ore e forniti dal dipartimento per la Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno. Numeri che contrastano con la percezione dei trevigiani o almeno di coloro che sui social non perdono occasione per dire che i furti dilagano e che la causa sono le politiche sull’immigrazione.
«Già da alcuni anni il trend è in discesa – conferma il procuratore di Treviso Michele Dalla Costa -. Nonostante questo, però, la gente si sente ancora insicura e crede che le cose vadano peggio di come sono in realtà. Forse dipende dal fatto che è cambiato il tipo di criminali, oggi molto più violenti di dieci anni fa». Nel 2016 a Treviso e provincia sono stati commessi 2.418 reati ogni 100 mila abitanti, 21.422 in totale, 2,4 ogni ora, con un calo del 7,97%. In Italia sono 7 mila ogni giorno, 284 ogni ora e le città che si distinguono maggiormente per incidenza sono Milano (che ha superato Roma) e Rimini. E se in media in tutto il Paese calano scippi e furti ma crescono truffe, frodi informatiche e usura nella Marca tutte le tipologie sono in calo. Come ad esempio gli omicidi, con un meno 43%, seguite da truffe e frodi informatiche (meno 1%). Tra i reati che maggiormente preoccupano i trevigiani, al vertice restano quelli predatori. I furti consumati in abitazione nel 2016 sono stati - in tutti i casi che seguono, ogni 100 mila abitanti 373,9; i furti con destrezza 88; in esercizi commerciali 100,3; i furti d’auto 27,4 e gli scippi «appena» 5.98.
«Se calano significa che si sta perseguendo la strada giusta – continua il procuratore -, penso ad esempio al grande lavoro che fanno le forze dell’ordine per il presidio del territorio. Tutti hanno più o meno potenziato l’attività di controllo del territorio, in particolare i carabinieri che sono maggiormente diffusi in provincia. Anche a scapito di altre attività. Ad esempio, riducendo gli orari di apertura delle stazioni periferiche per mettere più macchine in strada. E il risultato è che si ha un effetto deterrente». Certo, ammette Dalla Costa, si potrebbe fare ancora di più: «Purtroppo bisogna fare i conti con gli organici ridotti all’osso di polizia e carabinieri, che rendono tutto più complicato».