Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bonazza, attesa per l’autopsia Giallo sull’aereo appena riparato
TREVISO I lavori di manutenzione e riparazione all’ultraleggero P2002 Sierra: su questo si stanno concentrando le indagini della procura di Brescia sulla morte del costruttore trevigiano Antonio Bonazza. Il magistrato ha disposto l’autopsia sul corpo del 79enne titolare della Costruzioni Bonazza di Paese, che dovrebbe essere eseguita oggi. Ma al centro dell’attenzione degli inquirenti ci sono soprattutto i lavori eseguiti sul velivolo con il quale l’imprenditore è precipitato poco prima delle 16 di sabato tra le campagne di Padenghe e Bedizzole, vicino al lago di Garda, nel Bresciano. Per questo sono state acquisite le schede tecniche relative alle riparazioni, effettuate nell’officina Sorlini di Carzago Riviera.
Due le inchieste aperte sull’incidente, oltre a quella della procura quella dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo. Da quanto ricostruito finora Bonazza era appena decollato da Carzago, dov’era andato a ritirare il suo ultraleggero, diretto all’aviosuperficie di Montebelluna. Ma aveva riscontrato subito problemi tecnici decidendo di invertire la rotta e tornare indietro. A confermarlo sono le dichiarazioni dell’amico Paolo Pesente, che lo aveva accompagnato. Pesente era decollato con il suo ultraleggero insieme all’imprenditore, ma poco dopo il 79enne - via radio - gli aveva comunicato che l’aereo era in difficoltà. Anche l’amico ha invertito la rotta, in tempo per vedere del fumo che usciva dal motore del P2002 Sierra, che pian piano ha perso quota fino a schiantarsi. Nell’impatto la cabina di pilotaggio si è incendiata e non ha lasciato scampo all’imprenditore.
Antonio Bonazza era uno dei costruttori trevigiani più noti, e aveva curato molti cantieri in città. Il presidente dell’Israa Luigi Caldato l’ha conosciuto bene in questi anni. «Era un punto di riferimento, per noi ha lavorato molto e il suo nome è già iscritto per il secondo stralcio del nostro progetto residenziale in borgo Mazzini – ha raccontato -. Era un pilastro dell’azienda. Amava la vita, amava tremendamente il suo lavoro dalle cinque del mattino a sera tarda. Ha sempre dato priorità alla sua professione che era diventata la sua passione, assieme a quella del volo che purtroppo gli è costata cara. Lo ricordiamo con affetto e stima».