Quanto producono i 9.500 volontari? Nella Marca un «Pil» sociale di 13 milioni

risultato. Si tratta ovviamente di un valore che converte in beneficio sociale una fatica spesa a titolo gratuito, ma può anche accadere il contrario. Grazie a un accordo fra il Csv e l’Ebicom, l’ente bilaterale del commercio, una quindicina di operatori di questo settore rimasti senza occupazione sono stati «prestati» al mondo del volontariato e, grazie alle relazioni sviluppate in questa esperienza, oggi un lavoro nuovo lo hanno trovato.

In generale ora su questo sistema pesano le incognite della riforma. Fra queste, ha spiegato Franceschini, c’è quella che indica «la presenza di un Csv per ciascuna area in cui risieda almeno un milione di abitanti, una soglia minima che perciò dovrebbe indurre le reti di volontariato di province piccole ad accorparsi». Visto però che Treviso, con i suoi Trevigiani impegnati nel volontariato fotografati nel corso del meeting provinciale dell 2016 800 mila abitanti, si avvicina a quel tetto, Franceschini ha sollecitato i parlamentari locali a farsi carico della necessità che il Csv di Treviso rimanga provinciale. «Questo - ha fatto notare - è possibile perché la norma consente delle deroghe».

Oggi la composizione dei volontari attivi nel trevigiano vanta uno zoccolo duro, pari al 32% dei cittadini di età compresa fra i 50 ed i 60 anni, mentre altre quote pari al 22% ciascuna si trovano nelle fasce immediatamente superiore ed inferiore. Soltanto un volontario su quattro, invece, ha meno di 40 anni. Due volontari su tre risultano diplomati o laureati, e la distribuzione è simmetrica fra i sessi.

Fra i prossimi progetti del Csv ci sono la creazione di una casa di accoglienza per padri separati, il potenziamento della raccolta delle eccedenze alimentari attraverso l’individuazione di un unico soggetto interlocutore, iniziative di lotta alla ludopatia e di supporto ai pre-adolescenti per prevenire casi di bullismo, dispersione scolastica e mancata integrazione delle diversità.

Foto di gruppo