Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Allarme senzatetto: «Sono sempre di più»
Aumentano i migranti con status di rifugiato. Il Comune: «Facciamo il possibile, ma non possiamo accogliere tutti»
TREVISO Sono tante - e sono sempre di più - le persone che non hanno un tetto sopra la testa. Sono così tante che nemmeno le associazioni che da anni sostengono e aiutano questi uomini senza una casa riescono ad avere una panoramica precisa di quanti siano. Per metà si tratta di profughi che hanno ottenuto lo status di rifugiato ma non hanno una rete di sostegno, giovani usciti dai centri di accoglienza volontariamente o perché espulsi. Gli altri sono italiani o immigrati che hanno perso il lavoro e non hanno una rete familiare in grado di assisterli. Il dormitorio di via Pasubio (gestito da Caritas, parrocchia di Santa Maria del Sile e Comune di Treviso) solo nel corso dell’estate ha accolto 103 persone, entrate a rotazione per 22 posti letto: chi non ce la faceva si accontentava di sistemazioni di fortuna. Ma la Comunità di Sant’Egidio ha chiesto una mano ai volontari e alle cooperative perché il loro gruppo sta seguendo ogni settimana sessanta persone senza fissa dimora: alcuni si rivolgono poi alle associazioni, ma non tutti chiedono un aiuto concreto.
«Questo fenomeno prende contorni sempre più ampi e sfaccettature nuove – commenta l’assessore al sociale e vicesindaco Roberto Grigoletto -. In particolare perché registriamo l’arrivo di molti ex richiedenti asilo che hanno ottenuto lo status ma sono in attesa dei documenti, come i profughi che si sono accampati all’Appiani, vicino alla questura. Stiamo facendo quanto possibile, ma da soli non possiamo rispondere a tutti, diventa una situazione sempre più grave». È un nuovo appello alle istituzioni e ai Comuni vicini perché condividano questo servizio e questa responsabilità: «Non ci sono più alibi, sono persone con lo status di rifugiato. Vanno accantonate le strumentalizzazioni politiche». Anche perché il fenomeno assume i tratti del problema quando, in stato di indigenza, queste persone si fermano a dormire o vivere nei parchi o nei parcheggi. Con l’emergenza freddo il tema diventerà ancora più urgente: ai 20 posti di via Pasubio si aggiungono quelli di via Risorgimento e della Caritas, ma non sono sufficienti per oltre cento persone in grave difficoltà.
Martedì a Treviso torna la notte dei senza dimora (è il settimo anno): alle 19.30 gli ospiti del dormitorio, accompagnati da operatori e cittadini, attraverseranno a piedi la città per arrivare in via Pasubio. Un percorso che molti fanno quasi ogni giorno, spostandosi dalla mensa della Caritas a quei letti messi a disposizione per le emergenze.
Sabato 21 invece dalle 9.30 alle 18.30 si tiene l’open day del dormitorio, che è un’ex scuola: i senza dimora dipingeranno le pareti dell’edificio con i loro racconti quotidiani con ironia. A organizzare gli eventi il Tavolo permanente sulle povertà con Comune, Caritas, Caminates, Civico 63, La Esse, operatori, parrocchie, una mano per un sorriso, Acli, Csv, Emporio Beato Erico.