Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il docente: «Mi scriveva lei» Ma gli sms lo inchioderebbero
Indagato per atti sessuali con minorenne, si difende
TREVISO Si è difeso davanti al gip il professore accusato di atti sessuali con minorenne, per aver intrattenuto con una sua studentessa 16enne una relazione virtuale a chiaro sfondo sessuale.
Una difesa che ha convinto il giudice per le indagini preliminari Bruno Casciarri a respingere la richiesta della procura di una misura cautelare di sospensione dall’insegnamento del docente 50enne, difeso dall’avvocato Alfonso Distaso. Il professore, già la settimana scorsa, si era messo in aspettativa. Scelta che potrebbe aver pesato sulla decisione del gip. Dopo la denuncia dei genitori della ragazzina, è accusato di averle mandato messaggi espliciti e di essersi fatto mandare foto osé. Ma al giudice avrebbe detto che a innescare tutto sarebbe stata la studentessa, la stessa alla quale ogni giorno insegnava in un liceo cittadino. Non quindi una vittima, ma una sorta di novella Lolita, che lo avrebbe contatto su WhatsApp richiamando la sua attenzione. E, avrebbe detto l’insegnante durante l’interrogatorio, lui l’avrebbe lasciata fare, per capire dove volesse arrivare.
Il quadro tracciato dalla procura, però, è totalmente diverso, e a dirlo sarebbero i messaggi trovati sul telefono cellulare dell’insegnante, sequestrato la scorsa settimana dagli investigatori della squadra mobile quando hanno suonato alla sua porta con un decreto di perquisizione.
Chat e scambio di foto, nell’agosto scorso, che secondo la procura, racconterebbero invece di una vera e propria relazione, rimasta virtuale, ma molto esplicita tra una studentessa di 16 anni e il suo professore di materie letterarie. Lo stesso che, ai messaggi espliciti inviati dalla giovane, avrebbe risposto con frasi altrettanto esplicite. «Se ci fosse stato un invio, volontario e spontaneo, e soprattutto univoco tra una studentessa minorenne e un insegnante, non ci sarebbe quel reato che oggi viene contestato – commenta Stefano Pietrobon il legale dei genitori della ragazza -. Vorrei ricordare che in questa vicenda c’è un’unica vittima ed è una ragazza di 16 anni che ora, insieme alla famiglia, sta cercando di elaborare quanto è successo. Certo non l’aiuta la diffusione della notizia, né un provvedimento di rigetto di una misura che mi pare ingiustificato a fronte dell’accusa».
Una vicenda arrivata come un fulmine a ciel sereno anche nel liceo dove il docente insegna. Il dirigente scolastico è stato, infatti, già convocato e ascoltato dagli inquirenti.