Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Referendum, la voce dei «no» Svaluto Moreolo contro il Pd «Autonomia, un errore il voto»
Il segretario del circolo cittadino: il partito sbaglia, molti dalla mia parte
BELLUNO Il referendum provinciale del 22 ottobre? «L’ennesima pressa in giro per il popolo bellunese». Così la vede Mario Svaluto Moreolo, segretario del circolo Oltrardo del Pd. Sostiene di non essere l’unico nel suo partito, a pensarla, così. E, anzi, afferma che le sue affermazioni costituiscono solo un florilegio di idee e commenti di altri membri del partito. Di alcuni allega le osservazioni. «Siamo parecchi per il no», afferma. Ma è un no che si confonde con la voglia di astensione che qualifica alcuni.
Secondo Svaluto Moreolo «i referendum sono uno strumento delicato che deve essere utilizzato a ragion veduta e su obiettivi di ordine generale. Dico di più: la pletora di referendum su ogni argomento segna la fine della democrazia dei partiti. Quasi per disperazione si ricorre a questa “forma di democrazia diretta” con l’illusione di dare più forza alla partecipazione popolare. È esattamente l’ opposto». Svaluto Moreolo non sembra nutrire una fiducia incondizionata nell’intelligenza collettiva. «È la politica, meglio il suo primato, che deve “mediare” e dare risposte concrete agli interessi ed ai bisogni della gente. La politica non può essere la mera rappresentanza dei “desiderata” del popolo, qualunque essi siano. E poi il popolo non ha sempre ragione. Diversamente mi si deve spiegare come è stato possibile che, il popolo plaudente, ha “eletto democraticamente” prima Mussolini e poi Hitler». Altri del suo gruppo in verità non se la prendono con quello provinciale, ma con quello regionale; e commentano che «non ci sono validi motivi per lo spreco di denaro pubblico. Per me il Pd regionale ha fatto una sciocchezza (così tradotto per questa pubblicazione; ndr) immane (ad appoggiare il referendum; ndr); più ci penso, più mi viene voglia di stracciare la tessera. Non mi spiego come si sia potuto arrivare a tanto».
È chiaro che c’è una parte del Pd che delle consultazioni popolari non ne vuole sapere. Ma quanto conta, questa quota, nel partito? «Al di là del fatto è che un partito prende una posizione – afferma la segretaria provinciale del Pd Erika Dal Farra – i membri sarebbero tenuti a sostenerla, le frasi dei singoli non mi preoccupano. So che questi costituiscono l’assoluta minoranza. Il partito ha detto sì ad entrambi i referendum, e con convinzione. Quanto a Svaluto Moreolo, la sua posizione era nota; d’altra parte, l’ha espressa più volte in modo esuberante».
Sempre in materia di referendum, uno si terrà il 17 dicembre. È quello per la fusione tra i comuni di Falcade e Canale d’Agordo, in vista della creazione del comune di «Valle del Biois». Il sindaco di Canale d’Agordo, Rinaldo De Rocco, non fa i salti mortali. «Mi aspettavo che la consultazione fosse associata a quella del 22 ottobre – afferma De Rocco – adesso sarà dura portare la gente alle urne. La data è stata scelta in modo un po’ balordo. Il rischio astensione così aumenta».
Mesi fa c’era stata qualche polemica: secondo alcuni non era il caso di cambiare il nome del paese che ha dato i natali ad Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I. «Non perdiamo la nostra identità, e la chiesa resta lì dov’è» - commenta De Rocco. Tra gli appuntamenti informativi sul referendum del 22, quello di domani a Feltre in sala Ocri, con il docente di diritto Mario Bertolissi. È organizzato dal senatore del gruppo misto Giovanni Piccoli.