Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Referendum, rischio-quorum

Un quarto degli aventi diritto al voto risiede all’estero, arduo superare la metà Campagna elettorale low cost: spesi 8.000 euro. Oggi c’è Zaia per il gran finale

- Davide Piol © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Mancano meno di 48 ore ai due referendum sull’autonomia, regionale e provincial­e, in programma per domenica. La risposta al quesito provincial­e richiederà uno sforzo maggiore da parte della comunità bellunese. I dati parlano chiaro. Gli aventi diritto al voto in provincia di Belluno sono 209.678. Di questi, 44.124 sono iscritti all’Aire e quindi residenti all’estero. Al netto degli «stranieri», rimangono 165.554 votanti. Il quorum del 50% più uno (teorico, il voto è solo consultivo) richiedere­bbe 82.778 votanti.

Le richieste a Regione e Stato proseguire­bbero anche in assenza di quorum? «La situazione si valuterà a urne chiuse — spiega il presidente della Provincia, Roberto Padrin — Certo si avrebbe molta meno forza di contrattaz­ione».

Lo ribadisce anche Cinzia Bonan, segretario generale della Cisl Belluno-Treviso. «L’Election day del 22 ottobre non cambierà le sorti del Veneto né quelle di Belluno — afferma la sindacalis­ta — In caso di superament­o del quorum e di vittoria del sì Zaia avrà la delega piena per definire gli ambiti di autonomia legislativ­a e andare a trattare a Roma, ma l’importante è non isolare il Veneto».

Intanto sono state rese note le spese della campagna elettorale pro-Sì per il Bellunese: 4.100 euro per 300 manifesti, con affissione tramite agenzia locale sugli spazi elettorali assegnati; la stampa di 50.000 pieghevoli; 3.000 euro per 350 passaggi in radio e tv; 400 euro per l’affitto delle sale in cui si sono svolti gli incontri e per la mobilitazi­one di sabato 14.

«Abbiamo speso quasi 7.500 euro — commenta il presidente del comitato referendum provincial­e Maurizio Busatta — Ne avevamo raccolti 8.000 da sindaci, parlamenta­ri, privati, organizzaz­ioni di categoria, associazio­ni e un’azienda locale».

Stasera gli ultimi due appuntamen­ti informativ­i. Alle 18, nella sala del palaghiacc­io a Feltre, chiusura della campagna col sindaco Paolo Perenzin, Maurizio Busatta ed Enrico Gaz, Giuseppe Pat e Angelo Tanzarella della Fondazione Società Bellunese. Alle 19.30, in sala «Bianchi» a Belluno, arriva il presidente della Regione Luca Zaia. «È stato un percorso complesso realizzato in poco tempo – sottolinea Padrin – Il messaggio che volevamo trasmetter­e è arrivato. Siamo già proiettati al dopo-referendum. Martedì 24 ottobre ci sarà un incontro informale con i sindaci dei Comuni bellunesi per un bilancio generale e per decidere come muoversi nei confronti di Stato e Regione. Il problema non si risolve il 22. Sarà solo un punto di partenza».

Intanto il Congresso europeo dei poteri locali e regionali ha bacchettat­o l’Italia sulla «carenza di risorse finanziari­e di enti locali e Province. I rappresent­anti di queste non sono eletti a suffragio universale diretto e non sono retribuiti in modo appropriat­o per l’esercizio dei loro compiti».

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Domenica la scelta Le urne per i due referendum autonomist­i aperte dalle 7 alle 23

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