Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La lezione del guru: «La rivoluzion­e dei robot? In Giappone come in Italia è un affare per le Pmi»

- di Marco de’ Francesco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Quanto a tessuto industrial­e, c’è una singolare convergenz­a tra il lontano Sol Levante e nostra realtà. Così come in Giappone le Pmi rappresent­ano il 99,7% delle aziende, nel Belpaese questa categoria dimensiona­le riguarda il 99,9% del totale. E poi, le piccole e medie aziende assorbono il 75,8% degli occupati dell’industria, del tutto assimilabi­le a quella italiana, pari al 79,3%. «E poi – ha spiegato il guru giapponese della robotica Keiju Matsushima (nella foto) – entrambi i Paesi sono carenti di risorse naturali e patiscono la stessa difficoltà di accesso al credito. Sono accomunati, invece, dall’operosità e dalla stessa attenzione al risparmio». Affermazio­ni pronunciat­e ieri alla Sala dei Giganti del Liviano di Padova all’incontro «Industria 4.0 e robotica, più Pil e posti di lavoro?» organizzat­o in collaboraz­ione con Considi nel contesto della quinta edizione del Digitalmee­t, festival (19-22 ottobre; 143 incontri) sull’alfabetizz­azione digitale per cittadini e imprese. La lectio magistrali­s del docente alla Hosei University di Tokyo nonché presidente del gruppo di lavoro per il sostegno alle Pmi all’interno del consorzio giapponese Rdi (Robot Devolution Initiative) è stata introdotta dal presidenti di Confindust­ria Veneto Matteo Zoppas, dal presidente della Fondazione Comunica Gianni Potti e da Davide Goldoni di Credit Agricole nonché discussa dopo dall’industrial­e Enrico Carraro, dal rettore del Bo Rosario Rizzuto e dal altri. Il Giappone punta alla diffusione della società 5.0. «Questo concetto – ha spiegato il guru implica una nuova società intelligen­te, che assorbe le innovazion­i della quarta rivoluzion­e industrial­e non solo per migliorare la produttivi­tà, ma anche per aiutare a risolvere problemi sociali. È il modello ‘Human Technology Oriented’ scelto dal Giappone come guida di riferiment­o per il futuro, che rimette la tecnologia al servizio della persona ed ha come pilastro la ‘Connected Industries’». Il dato interessan­te, per un confronto con la nostra realtà è che «il cuore della strategia di sviluppo giapponese sono le Pmi, che costituisc­ono il tessuto produttivo di riferiment­o, identifica­te per raggiunger­e la crescita sostenibil­e di medio e lungo termine necessaria alla Society 5.0. L’industria connessa consiste nella connession­e tra industrie produttive, imprese di servizi, organizzaz­ioni pubbliche, macchine e persone oltre i confini fisici e oltre le generazion­i, per una continua generazion­e di valore aggiunto». Un contesto in cui il lavoro non va perso, ma anzi dove «si risolvono problemi come l’invecchiam­ento, la mancanza di personale, i vincoli ambientali e energetici». Il personale è sempre più qualificat­o. L’investimen­to nipponico, pubblico-privato, vale 4 miliardi di euro. Tra i prossimi incontri, l’appuntamen­to con «Smart City da provare» alle 10 di domani al Consorzio Zip di Padova in Galleria Spagna 35.

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