Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Storia di alberi, uomini e radici

Il nuovo libro del veneziano Matteo Melchiorre: il racconto di una generazion­e

- Francesca Visentin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tutto, o comunque molto, ruota intorno all’Alberòn, che domina il paese di Tomo, nel feltrino. «In quelli del paese che si issavano a fatica sul tronco del grande albero mi pareva di vedere i Lillipuzia­ni che camminavan­o su Gulliver: questa roba grande da esplorare e da misurare con il metro veritiero di se stessi... Le dimensioni di Gulliver e dell’Alberòn nel mio immaginrio sono le stesse».

Narra di alberi, Matteo Melchiorre, giovane talento della scrittura che è stato ricercator­e a Ca’ Foscari, e attraverso la flora indaga il legame tra la vita degli uomini e quella degli alberi, nel libro uscito per Marsilio Storia di alberi e della loro terra (224 pagine, 16 euro)

Nel 2004 Matteo Melchiorre pubblicò un piccolo libro: Requiem per un albero. Era la storia dell’antico olmo che sorgeva maestoso sul limitare del paese di Tomo, vicino Feltre, sradicato da un violento temporale.

Melchiorre aveva 23 anni all’epoca, ed era un giovane storico in formazione. Quel libro non La copertina del libro, e sopra, l’autore passò inosservat­o e ora, che lo scrittore è quasi al bivio dei 40 anni, ha ripreso i fili di quella storia e all’antico olmo ha affiancato pioppi, ippocastan­i, tigli e tante storie.

Come e quanto gli alberi influenzan­o gli uomini?

E’ una delle domande a cui cerca di trovare risposta questo libro. Alberi e uomini, alberi e libri, radicament­o e sradicamen­to.

Le pagine di Melchiorre scorrono lievi, ricchi di coincidenz­e, echi, miraggi e spunti letterari di altri volumi e altri autori, fotografie magiche di luoghi e piante. Come la diatriba tra il Pioppo e il tornitore, il bagolaro di San Sebastiano, ma anche il Nordest immaterial­e, e la formica cerebrale o gli sgabelli a tre piedi.

Le trovate narrative di Melchiorre sono sempre originali, spiazzano e incuriosis­cono. Invitano al sorriso.

Nel ritmo narrativo e nell’incedere della storia c’è la precisione e lo scrupolo del ricercator­e che insieme al genio creativo dell’artista rendono il racconto magico e profondo, senza mai perdere quella caratteris­tica di intimismo che permea lo stile dell’autore.

Storia di alberi è un viaggio nella memoria che racconta paesi, comunità, mondi e analizza le inquietudi­ni di una generazion­e divisa tra il forte richiamo della terra e delle proprie radici e la necessità di spostarsi, sradicarsi, spiccare il volo.

Con l’Alberòn la storia è iniziata e con l’Alberòn si chiude.

Nella «ricerca di radici e cielo» la risposta era già scritta nell’Alberòn, dice Melchiorre, «prima ancora che i dubbi prendesser­o forma e venissero a intimorirm­i. Solo questo era l’insegnamen­to nascosto. Radici e cielo, come un albero». E conclude: La storia di Alberòn, del resto, è durata anche troppo. Che finisca, adesso. Che finisca qui. Punto e basta»

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