Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Attentato in pizzeria Il presunto complice si chiama fuori
BELLUNO Ultimo interrogatorio di garanzia per lo scoppio alla pizzeria al taglio «Mordi e fuggi» di Pieve di Cadore. Ieri Luigi Zanettin, 36 anni, ha risposto alle domande del giudice delle udienze preliminari, Vincenzo Sgubbi e del sostituto procuratore Paolo Sartorello. Il cadorino ha dichiarato estraneità rispetto alla vicenda e di non spiegarsi perchè Laritonda (un altro indagato per l’attentato) lo abbia coinvolto. Il legale di Zanettin, Massimo Montino, ha chiesto la scercerazione del suo cliente per consentirgli di lavorare. L’incendio con scoppio della pizzeria avvenne nella notte tra il 23 e il 24 aprile scorsi. Un botto svegliò mezzo paese che si riversò in strada. Stando alla ricostruzione degli inquirenti il gesto fu organizzato dal cadorino Alessandro Piccin, 41 anni, titolare della pizzeria. L’obiettivo era truffare la sua assicurazione, dopo essersi fatto alzare il massimale di risarcimento. Piccin avrebbe commissionato l’incendio al brindisino Fabio Laritonda, 40enne, residente a Domegge che coinvolse il cognato e tassista di Pieve di Cadore Giuseppe Lauro,57 anni, di origine napoletana e Pasquale Ferraro, 21 anni, brindisino (giunto apposta dal Sud), che rischiò la vita il giorno dell’esplosione a Pieve e tutt’ora in carcere (il giudice non gli concede i domiciliari perché non ha un posto idoneo dove andare). Questi ultimi tre indagati vennero arrestati il 14 giugno scorso. Nell’interrogatorio di garanzia Laritonda disse di aver ricevuto la richiesta di bruciare l’edificio per tramite di Zanettin. Così una settimana fa, grazie alle dichiarazioni di Laritonda, vennero arrestati anche Piccin e Zanettin. E ieri Zanettin ha ribadito l’estraneità dalla vicenda. Le accuese, in concorso, sono di incendio doloso aggravato e danneggiamento fraudolento di beni assicurati. (Fe.Fa.)