Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Piantagione di droga sulla riva del Piave
Susegana, arrestati due ventenni incensurati. Un kg di marijuana era già confezionato
SUSEGANA (TREVISO) Una piantagione organizzata e tenuta con estrema cura, in un’area nascosta sulle sponde del Piave. Ma il viavai dei due giovani contadini non è passato inosservato ad alcuni residenti, che hanno allertato i carabinieri. In effetti, quelle piante altro non erano che marijuana: 13 ancora in piedi, altre (da cui era già stato ricavato un chilogrammo di droga) già essiccate. In manette sono finiti due ventenni trevigiani, operai incensurati.
SUSEGANA Acqua per irrigare le piante ne avevano in abbondanza, così come la discrezione richiesta dal tipo di coltivazione, e garantita dalla zona isolata e da siepi e rovi. Così per mesi, indisturbati, hanno fatto crescere il loro raccolto che ha dato copiosi frutti. Ma, mentre si apprestavano a trarre profitto da tutto quel lavoro, sono arrivati i carabinieri e li hanno arrestati.
È finito così, l’affare avviato da due ragazzi appena ventenni, incensurati e operai, finiti in manette con l’accusa di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari della stazione di Susegana, coordinati dal maggiore Salvatore Gueli, li hanno sorpresi in una zona isolata lungo il Piave, a Colfosco, mentre confezionavano in dosi l’erba coltivata quest’estate e ormai essiccata. L’indagine è partita dalle segnalazioni dei residenti nei pressi dell’argine che, per tutto il periodo estivo, avevano notato un certo movimento intorno a un boschetto che si trova nei pressi del fiume. Per questo, visto che il viavai continuava, hanno deciso di informare i carabinieri, che hanno avviato un’indagine. Nei giorni scorsi i militari hanno effettuato una serie di ricognizioni nella zona, poco frequentata in questo periodo. Mercoledì, proprio mentre era in corso un servizio di osservazione, sono arrivati i due giovani. I carabinieri si sono nascosti tra la vegetazione mentre i due ragazzi si sono sistemati nei pressi della coltivazione e, armati di bilancino e carta pellicola, hanno iniziato a confezionare le dosi di stupefacente da spacciare.
È così scattato il blitz che ha portato al loro arresto. I due ventenni, che lavorano come operai e mai avevano avuto guai con la giustizia, sono stati bloccati e arrestati, e il magistrato di turno ne ha disposto gli arresti domiciliari. Nel terreno circondato da siepi e rovi vicino al Piave, i due avevano piantato e coltivato la marijuana. Quando i militari hanno fatto il blitz, i ragazzi avevano oltre un chilogrammo di «erba», che era già stata raccolta ed essiccata, e la stavano confezionando per poi venderla. Mentre altre 13 piante, rigogliose, attendevano di arrivare a maturazione. Accanto al terreno i due avevano stipato anche gli attrezzi, tra annaffiatori e pale, per la cura delle piante. Tutto lo stupefacente è stato sequestrato dai carabinieri. Ieri i due ragazzi sono comparsi davanti al giudice che ha convalidato l’arresto e li ha scarcerati, in attesa del processo per direttissima che si terrà all’inizio di dicembre. Le indagini dei militari continuano ora per individuare i canali attraverso i quali sarebbe stata spacciata la marijuana. Molto importanti, per questo, sono ritenuti i contatti rinvenuti sui telefoni cellulari dei due ventenni. Contatti ora al vaglio degli inquirenti.