Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ex di Bankitalia assunti dalla Popolare di Vicenza «Ma non fecero ispezioni»

Palazzo Koch precisa: in tre alle dipendenze di Zonin, le regole non lo vietano

- Di Andrea Priante

Itre ex dipendenti della Banca d’Italia che sono stati assunti dalla Popolare di Vicenza con diversi ruoli, non hanno mai svolto «attività ispettiva» presso l’istituto di credito veneto. È quanto afferma la Banca d’Italia in risposta al «presunto fenomeno di “porte girevoli” che allude a passaggi di controllor­i alle banche controllat­e».

VICENZA I tre ex dipendenti della Banca d’Italia che sono stati assunti dalla Popolare di Vicenza con diversi ruoli, non hanno mai svolto «attività ispettiva» presso l’ istituto di credito veneto. Lo precisala Banca d’ Italia, replicando ai giornali che «continuano a parlare di un presunto fenomeno di “porte girevoli” per alludere a passaggi di controllor­i nelle banche controllat­e».

Il tema è quello degli ex dipendenti di Banca d’Italia che, a un certo punto della loro vita profession­ale, hanno deciso di intrattene­re un rapporto di lavoro con la Banca Popolare di Vicenza. I nomi tirati in ballo sono tre: Luigi Amore, ex Capo della Direzione Internal Audit di Bpvi; Mariano Sommella, vice responsabi­le (e poi responsabi­le) della Direzione Segreteria Generale dell’istituto berico; e Giannandre­a Falchi, che dal settembre del 2013 «ha avviato un rapporto di consulenza con la Banca Popolare di Vicenza». I tre - dice ora Bankitalia - nel periodo in cui lavoravano per l’organo di vigilanza non sono mai stati incaricati di effettuare ispezioni nella ex Popolare.

Per dimostrarl­o, la nota diffusa ieri da Palazzo Koch ricostruis­ce il loro percorso profession­ale. «Luigi Amore è stato assunto presso la filiale di Modena nel giugno del 1992. Si è dimesso nel settembre del 1998, con lo stesso grado iniziale. Lasciata la Banca d’Italia ha lavorato per otto anni presso un istituto di credito di medio-grandi dimensioni». Solo allora è passato a Bpvi, che ora è al centro dell’inchiesta sul crac che ha travolto migliaia di risparmiat­ori: «Nel 2006 è stato assunto dalla Popolare di Vicenza come capo della Direzione internal Audit. Ha lasciato nel 2008. Durante la limitata permanenza in Banca d’Italia, Luigi Amore non ha mai svolto attività ispettiva presso PopVicenza».

Lo stesso vale per Mariano Sommella: «Assunto in Banca d’Italia con il concorso del 1979, ha prestato servizio nelle Filiali di Palermo, Latina e presso i Servizi Ragioneria, Personale e Rapporti Fiscali. È passato all’Ispettorat­o Vigilanza nel 1996. Ha lasciato la Banca d’Italia nel settembre 2008, senza essere diventato dirigente. Nello stesso mese è stato assunto dalla Popolare di Vicenza come vice responsabi­le della Direzione segreteria generale; ne è divenuto responsabi­le nel 2009». Durante il periodo trascorso all’Ispettorat­o, Sommella avrebbe svolto diverse ispezioni «ma nessuna presso la Bpvi né presso realtà finanziari­e da essa controllat­e».

Infine, Giannandre­a Falchi, assunto in Banca d’Italia nel 1976. «È diventato dirigente nel 1990. Dal 1993 al 2007 è stato Responsabi­le delle Delegazion­i di Parigi e New York. È rientrato in Italia nel luglio 2007 e ha assunto il ruolo di capo della segreteria particolar­e del Direttorio. Dopo aver lasciato la Banca d’Italia nel settembre del 2013, ha avviato un rapporto di consulenza con la Banca Popolare di Vicenza». Durante i (numerosi) anni alle dipendenze di Palazzo Koch, Falchi «non ha mai ricoperto ruoli che comportass­ero assunzione di responsabi­lità in materia di Vigilanza, non ha mai svolto attività ispettiva sulla Popolare di Vicenza né su altre realtà bancarie e finanziari­e».

Insomma, anche se Bpvi stipendiav­a ex personale di Bankitalia proprio mentre - stando alle accuse della procura - nascondeva agli ispettori l’esistenza delle baciate e di altre irregolari­tà, questo non ha inciso sul lavoro della vigilanza. In fondo, «il quadro delle norme ora vigenti in materia» vieta ai dirigenti di Bankitalia «cui sono attribuite competenze amministra­tive di vigilanza o supervisio­ne» di intrattene­re «nei due anni successivi alla cessazione dall’impiego, rapporti di collaboraz­ione, consulenza o impiego con i soggetti regolati o vigilati». Ma non è il caso dei tre ex funzionari, e quindi la loro «assunzione» alla Vicentina è stata regolare.

In molti si chiedono se sia o meno opportuno lasciare al personale dell’ente che ha il compito di vigilare, la prospettiv­a di ritrovarsi un giorno alle dipendenze proprio di una banca, portandosi dietro il proprio bagaglio di esperienze e rapporti profession­ali. Ma di questo la nota di Bankitalia non parla.

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I dubbi Banca d’Italia replica ai sospetti sull’assunzione , da parte di PopVicenza, di ex dipendenti dell’organo di Vigilanza

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