Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’assessore: ho ospitato per 4 mesi un profugo

Gallani, la confession­e su Facebook

- Di Davide D’Attino

Per quattro mesi, Chiara Gallani (in foto), assessore all’Ambiente a Padova (Coalizione Civica), ha ospitato un profugo. «Non l’ho mai detto. Bella esperienza».

PADOVA« Ti piacciono così tanto i profughi? Bene, allora ospitali a casa tua». Quante volte, da chi è contrario a qualsiasi forma di accoglienz­a, abbiamo sentito frasi del genere? Tante, forse troppe. Molto spesso invece le storie che parlano di apertura e di tolleranza, d’integrazio­ne e di solidariet­à, non trovano lo spazio che meritano. Tutta colpa di un sistema alla rovescia che preferisce dar voce a rabbia e frustrazio­ne piuttosto che a speranza e generosità. E che, per quattro mesi, ha convinto l’avvocato 34enne Chiara Gallani, da luglio scorso assessore all’Ambiente in Comune a Padova in quota Coalizione Civica (la compagine più a sinistra che sostiene il sindaco Sergio Giordani), a non rendere pubblica una vicenda che è emersa soltanto ieri con un post su Facebook.

«Questa sera — ha scritto Gallani — Hamid parte. Dal Mali, attraverso la Libia, è arrivato a Bagnoli due anni fa. Per diciotto mesi, è stato in un centro d’accoglienz­a senza la possibilit­à d’imparare una sola parola d’italiano. Era sulla strada. E allora l’abbiamo ospitato da noi per un po’». Un «segreto», quello rivelato dall’assessore, di cui non erano a conoscenza nemmeno i suoi colleghi in giunta. «Ho fatto in silenzio quello che fanno molti altri padovani senza metter- lo in piazza — taglia corto Gallani — Tanto che non mi va di parlarne». Hamid è un ragazzo maliano di 27 anni che nell’autunno del 2015, provenient­e dal Sud del Sahara, si è imbarcato in Libia per l’Italia. E, dopo essere approdato a Lampedusa, è stato destinato al centro d’accoglienz­a di Bagnoli di Sopra, a Sud della provincia di Padova, all’interno dell’ex base aeronautic­a di San Siro, uno dei più grandi Hub del Veneto, dove sono ancora sistemati più di 800 richiedent­i asilo.

«A luglio di quest’ anno, proprio quando sono diventata assessore, Hamid ha ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari — racconta Gallani — A quel punto, però, non ha avuto più il diritto di restare nel campo di Bagnoli, dove per un anno e mezzo non gli è stato insegnato niente. E così è finito, letteralme­nte, in mezzo alla strada».

E da lì la giovane attivista di Coalizione Civica, il movimento che quattro mesi fa è stato decisivo per far vincere le elezioni a Giordani contro l ’ex primo cittadino leghista Massimo Bitonci, ha deciso di aiutarlo. Aprendogli le porte della sua casa alla Guizza, periferia Sud di Padova, dove abita con il compagno Stefano.

«È stata un’esperienza bella e complicata – spiega Gallani – Hamid non sapeva una sola parola d’italiano. E allora l’abbiamo inserito nella scuola per adulti, al centro per l’impiego e nelle tante realtà di volontaria­to che, pure loro in silenzio, operano nella nostra città per tentare di dare un futuro a queste persone». Il «segreto» dell’assessore, inevitabil­mente, fa notizia. Tanto più a Padova, dove l’ex sindaco Bitonci si è più volte scagliato contro i profughi («Sono tutti clandestin­i», il suo motto), costringen­do l’allora prefetto Patrizia Impresa a chiudere l’ex caserma militare Prandina, dove erano stati temporanea­mente sistemati circa 200 richiedent­i asilo, dopo neanche tre mesi dalla sua apertura.

«Proprio per questo ho preferito che quella di Hamid rimanesse una storia privata – sottolinea Gallani – E, ripeto, forse ho sbagliato a pubblicare quel post su Facebook». Per molti, invece, quella dell’assessore e del ragazzo maliano è un’avventura che merita di essere raccontata. Anche perché si conclude con un sorriso: «Hamid è in partenza per la Puglia, dove gli è stato offerto un lavoro in regola come raccoglito­re di olive. Gli faccio un grande in bocca al lupo», sussurra Gallani con la voce rotta dall’emozione.

È stata un’esperienza bella e complicata Hamid non sapeva l’italiano Ho fatto in silenzio quello che fanno molti padovani senza metterlo in piazza

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