Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Verona, è scontro sul Catullo Marchi replica duro a Cariverona: «Noi abbiamo investito, voi no»

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VERONA Giunti al quarto giorno di scontro tra Fondazione Cariverona e Save sul futuro dell’aeroporto Catullo, le posizioni non accennano ad ammorbidir­si. Una nuova nota ieri della società veneziana, che detiene il 40 per cento dello scalo veronese ma ne governa direttamen­te gestione e sviluppo - contiene una nuova serie di «puntualizz­azioni» alle critiche espresse dal presidente di Cariverona Alessandro Mazzucco che, in definitiva, si è detto insoddisfa­tto del lavoro fatto finora da Save a Verona nonché privato degli strumenti per giudicarne davvero i piani. A Mazzucco che ha lamentato un calo del traffico sul Catullo dal 2007 al 2016 del 20 per cento, la società presieduta da Enrico Marchi ribatte che «il primo anno completo di gestione Save è stato il 2015»; che a fronte di una situazione «disastrosa», Save ha investito oltre 30 milioni «a differenza della Fondazione Cariverona», riferiment­o alla mancata partecipaz­ione all’ultimo aumento di capitale; che già nel 2015 il bilancio è tornato «finalmente in attivo» e nel 2016 si è assistito ad un «primo importante recupero del traffico incrementa­to». Quanto all’altra principale lagnanza di Mazzucco, quella di non aver mai fornito un’«informazio­ne documentat­a e corretta sul business plan», Save ribatte di aver sempre fornito ogni dettaglio richiesto. Ma il vero nodo del contendere è forse un altro: «Save - si legge nella nota - non è a conoscenza di un “ruolo attivo sul tema aeroporto” che, a detta del presidente Mazzucco, gli enti locali avrebbero assegnato alla Fondazione. Qualora arrivasse la comunicazi­one, Save ne terrà debito conto». Potrebbe aprirsi, insomma, una battaglia per il controllo dello scalo, se mai la «ribellione» veronese ai veneziani vedrà davvero un’escalation. (a.c.)

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