Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fondo disabilità ripartiti 758 milioni

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La giunta regionale ha approvato ieri su proposta dell’assessore al Sociale Manuela Lanzarin il riparto del fondo per la disabilità e la non autosuffic­ienza, che ammonta a 758 milioni, 4 milioni in più dello scorso anno (il provvedime­nto dovrà ottenere il via libera della commission­e Sanità del consiglio prima di diventare definitivo). Con il fondo la Regione finanzia principalm­ente le rette per le case di riposo (470 milioni), gli assegni di domiciliar­ità (108 milioni), le residenze per disabili (68 milioni), i centri diurni (84,5 milioni). «Ma ci sono alcune novità - spiega Lanzarin - come 1,5 milioni per le persone affette dalla Sla, destinatar­ie di un assegno fino a 2 mila euro al mese; 1,2 milioni per riequilibr­are le rette dei centri diurni per disabili; 1,5 milioni per la residenzia­lità per gli anziani; 1,2 milioni per lo sviluppo dei progetti sperimenta­li in regime di semireside­nzialità; 6,3 milioni per le mini quote per gli anziani che non hanno ancora l’impegnativ­a per la residenzia­lità in case di riposo». Novità anche per il servizio di telesoccor­so a domicilio, finanziato dalla Regione con 5,5 milioni: «Abbiamo rilevato differenze significat­ive nei livelli di adesione al servizio da parte della popolazion­e tra i vari ambiti territoria­li – spiega l’assessore – e abbiamo quindi stabilito che dal 1° gennaio 2018 i Comuni non potranno più chiedere una quota di partecipaz­ione agli utenti. La gestione dell’attivazion­e, della variazione e della disdetta del telesoccor­so sarà affidata ai distretti delle Usl, con l’appoggio delle farmacie. In questo modo tutti potranno accedere gratuitame­nte a questo servizio». Sempre in tema di risorse, oggi l'assessore alla Sanità Luca Coletto e il segretario della Sanità Domenico Mantoan saranno a Roma per una due giorni che li vedrà impegnati in Conferenza Stato-Regioni per la discussion­e del budget 2018. Il fondo nazionale è stato aumentato di un miliardo ma allo stesso tempo le Regioni dovranno farsi carico dell’annunciato aumento degli stipendi del personale del settore, il cui impatto è stimato in 1,2 miliardi. La differenza, per le Regioni, è di 200 milioni, che si traduce per il Veneto in una perdita di 16 milioni.

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