Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Regione pronta a comprare i terreni di Padova Est per far partire il progetto

Ci sarebbe un accordo tra Zaia e Giordani per uscire dall’impasse

- Michela Nicolussi Moro

Fermi tutti, non è detto che «la pratica nuovo ospedale» debba ricomincia­re daccapo. E’ vero, ieri si è riunita la commission­e con i tecnici di Regione (architetto Antonio Canini), Comune ( architetti Franco Fabris e Maurizio Striolo), Provincia (architetto Luigi Rizzolo), Università (Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina, e Francesca da Porto, prorettric­e all’Edilizia) e Iov (l’ingegner vittoria Bernkopf), coordinati da Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda ospedalier­a. Sul tavolo l’analisi delle tre opzioni tornate in discussion­e: il «nuovo su vecchio» riproposto dal sindaco Sergio Giordani, cioè la costruzion­e di una cittadella sanitaria sempre in via Giustinian­i, al posto di quella attuale; Padova est, deliberata dalla giunta Zaia nel novembre 2016 su richiesta dell’ allora primo cittadino Massimo Bitonci; e l’ospedale ai Colli, di proprietà dell’Usl 6 Euganea e rilanciato dalla Provincia (la prima candidatur­a ri- sale al 1995, giusto per capire da quanto tempo si parla di un nuovo policlinic­o).

I «saggi» dovranno valutare pro e contro di ognuna delle tre soluzioni e presentare la migliore al prossimo tavolo regionale del 27 novembre, decisivo. In realtà il governator­e Luca Zaia, che ha detto di non voler perdere altro tempo, e Giordani si sarebbero già accordati. Per tutelare il Comune dal rischio di danno erariale paven- tato dagli avvocati consultati qualora si cedessero gratuitame­nte alla Regione i 430mila metri quadrati di Padova est (280mila di proprietà di Palazzo Moroni e 150mila dei privati), come voleva fare Bitonci, la Regione li comprerà. Si parla di una cifra di 50 milioni di euro, ma per essere certi della valutazion­e il sindaco ha disposto una perizia sui terreni in questione, iniziata ieri mattina.

Il prezzo preventiva­to è co- munque ritenuto congruo dalla Regione, che del resto ha previsto a bilancio 50 milioni di euro all’anno per un triennio da destinare al nuovo ospedale, accantonan­done già 100. Costerebbe­ro di più eventuali espropri in un’altra zona (a Padova ovest si era calcolata una spesa di 60 milioni, per esempio), che oltre tutto dilaterebb­ero ulteriorme­nte i tempi. Invece Padova est sarebbe disponibil­e subito ed è considerat­a strategica dal punto di vista viario.

Dal canto suo Giordani ne uscirebbe altrettant­o vincitore: dovrebbe sì accantonar­e — come prima di lui Bitonci — il piano nuovo su vecchio, ma avrebbe scongiurat­o il danno erariale. E comunque ricostruir­e un polo del futuro, tecnologic­amente più avanzato e bisognoso di maggiori fonti di alimentazi­one, sarebbe improponib­ile per un motivo struttural­e: non è possibile espandere la rete energetica. Da qui l’accordo su Padova est, che per chiudere il cerchio ri- sponde a un’altra esigenza di Giordani: non lasciare un «buco nero» in via Giustinian­i, dove infatti c’è già un progetto di riqualific­azione e riconversi­one condiviso con l’Università.

Ma perchè l’ospedale ai Colli non è una via percorribi­le? Lo spiega Fabrizio Boron, oggi presidente della commission­e regionale Sanità, ma nel 1995 consiglier­e del Quartiere 6 Ovest in cui il complesso sorge. «Primo: la Provincia parla di 503mila metri quadri, ma 100 mila sono soggetti a vincolo storico, 67mila sono dei privati e altri 100mila si posizionan­o dall’altra parte del cavalcavia. Già adesso scontiamo l’anomalia di un ospedale tagliato in due da una strada, vogliamo addirittur­a sostituirl­a con una tangenzial­e? Secondo — prosegue il presidente — bisognereb­be cambiare la viabilità ma non c’è spazio. Terzo: in zona ci sono le scuole, che congestion­ano il traffico».

Fabrizio Boron (Commission­e Sanità) Ci sono almeno tre motivi per scartare l’ipotesi dei Colli: i vincoli, la viabilità, l’eccessivo traffico

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