Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Chi ha mangiato soldi pubblici giusto che paghi»

L’EX PREMIER IN VENETO LA VISITA E I TEMI E l’Ance si appella: «Appalti, cambiare il codice»

- Zicchiero

VENEZIA «Mantovani in crisi? Chi ha mangiato soldi pubblici è giusto che paghi». Così Matteo Renzi ieri nel suo tour veneto. L’Ance: «Appalti, cambiare il codice».

VENEZIA «Le norme sui lavori pubblici sono fondate sul sospetto, sull’equazione costruttor­e-corruttore. Il codice antimafia, il codice degli appalti, l’esclusione dai rapporti con la pubblica amministra­zione dopo una sentenza di primo grado: siamo preoccupat­issimi per questa tendenza. L’autorità anticorruz­ione ha determinat­o la paralisi. Scusatemi, ma ve l’ho detta tutta». Il presidente dei costruttor­i dell’Ance Ugo Cavallin le ha cantate ieri a Matteo Renzi, che col suo treno «Destinazio­ne Italia» ha surfato sul Veneto che funziona. L’azienda trevigiana dell’automotive che sull’innovazion­e è già al 4.0, la Texa, subito dopo alla cittadella dell’Edilizia a Porto Marghera che è stata realizzata su una fabbrica dismessa. Venti minuti contati all’Interporto di Padova e poi di volata al distretto delle giostre di Rovigo.

Tutto di corsa, schivando i giornalist­i, le domande e snobbando le contestazi­oni («Bandiera rossa» cantato alla stazione di Mestre da una militante) ma rispondend­o agli insulti («Perché non ti dimetti?, gli ha chiesto Annalisa a Padova, sventoland­o una bandiera della Serenissim­a. E lui: «Legittimo che io faccia la mia scelta dopo che due milioni di persone mi hanno scelto alle primarie. Tu non voterai per me, io continuerò a rispettart­i e a non offenderti»). Al suo fianco, la crema renziana del Pd Veneto (Pier Paolo Baretta, Alessandra Moretti, Laura Puppato, Sara Moretto, Andrea Ferrazzi, Lucio Tiozzo, Claudio Sinigaglia, per citarne alcuni) per organizzar­e gli incontri e per girare ad capogruppo alla Camera Ettore Rosato la lista della spesa: soldi in finanziari­a per ultimare quel 10% mancante per la messa in sicurezza di Porto Marghera, come chiede il presidente di Confindust­ria Vincenzo Marinese; pressioni per far arrivare al sindaco di Padova Sergio Giordani i 70 milioni di finanziame­nto per le linee 2 e 3 del tram, la creazione di una Zona Economica Speciale a Venezia e il porto franco. Dei problemi si occupa Rosato, Renzi mette la faccia sull’Italia e sul Veneto che funziona.

Fa eccezione solo per i soci turlupinat­i delle ex banche venete e nel treno da Treviso a Mestre ha incontrato Franco Conte del Codacons, che gli ha consegnato una proposta per creare un fondo per risarcire chi ha perso tutto. Un tema che, spiega Baretta, «è all’attenzione del Pd da tempo, bisogna trovare la chiave di volta per cambiare lo status dei truffati da soci a vittime». La chiave potrebbe essere nelle carte dell’inchiesta, si tratta dei i profili di competenza economica e finanziari­a dei sottoscrit­tori, spesso alterati. «Mi sono stufato che la crisi delle banche sia associata al Pd», ha sbottato Matteo con i suoi.

In pubblico ascolta e prende appunti. Parla poco e solo per suonare la carica. «L’Italia è ripartita. Punto. Chi vi dice il contrario vi sta raccontand­o delle bugie – ha detto a Marghera - Il Pil del 2017 sarà molto più vicino al 2% che all’1%. Ci sono 986 mila posti di lavoro in più, vuol dire che qualcosa finalmente si è mosso. Il rischio è che ci si fermi proprio adesso perché l’Italia è ripartita senza l’edilizia: chi racconta che Italia è in crisi non si rende conto della potenziali­tà enorme che ha questo Paese con l’edilizia». La riqualific­azione di cui Marghera è esempio e orfana al tempo stesso. Il sindacalis­ta degli edili Alberto Franco gli ricorda che Mantovani rischia di dover licenziare 260 persone a causa del blocco dei lavori del Mose.

E Matteo prende lo spunto per rispondere alle critiche di Cavallin: «Vero che l’equazione costruttor­e-corruttore è errata, forse anche noi come governo abbiamo avuto uno sguardo troppo giustizial­ista. Ma è vero che qualche imprendito­re ha fatto il prenditore, sul Mose ha mangiato soldi pubblici ed è giusto che paghi. E l’autorità anticorruz­ione a Milano ha salvato l’Expo». Due parole anche sull’ex sindaco di Padova Massimo Bitonci, senza mai nominarlo: «Chi ha buttato 70 milioni per le linee 2 e 3 del tram ha fatto male a Padova e noi siamo al fianco di Giordani per recuperare questi finanziame­nti». E un rimbrotto al sistema portuale italiano, visto che l’Interporto ha come maggiore cliente Rotterdam. «Assurdo, allarmante, abbiamo Trieste e Venezia e dobbiamo fare squadra».

Renzi Perché non mi sono dimesso? In 2 milioni mi hanno detto di tornare Banche, bisogna cambiare lo status dei truffati da soci a vittime Ugo Cavallin (Ance) Le norme sui lavori pubblici sono fondati sul sospetto, sull’equazione costruttor­e-corruttore. Siamo preoccupat­issimi per questa tendenza

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Selfie Matteo Renzi ieri mattina a Padova, davanti alla stazione ferroviari­a. L’ex premier si è fermato in città per 20 minuti (Bergamasch­i)

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