Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Rissa con gli ultras, Profughi denunciati

Il pestaggio risale al mese scorso. Gli insulti razzisti, poi l’aggression­e

- Biral

VENEZIA Ultras e richiedent­i asilo. Prima sono volate parole grosse, poi si è arrivati alle mani. E’ successo a Portogruar­o, denunciati in tredici. Da una parte gli ultras del Treviso in trasferta e dall’altra alcuni migranti. I due gruppi si incrociano per strada e si arriva a un migrante che spacca una bottiglia in testa a un tifoso. L’episodio dopo la partita tra il Treviso Calcio e il Portogruar­o.

PORTOGRUAR­O (VENEZIA) Era cominciato tutto con le provocazio­ni: «Negri del c…» e «Figli di p…».

Insulti a sfondo razziale, che un gruppo di ultras del Treviso aveva rivolto ad alcuni migranti che passeggiav­ano davanti a loro. Uno dei richiedent­i asilo aveva reagito rompendo una bottiglia in testa a uno dei tifosi, scatenando la rissa.

I carabinier­i e la polizia hanno chiuso il cerchio sul pestaggio avvenuto lo scorso 8 ottobre a Portogruar­o. Tredici le persone denunciate, tra cui i due richiedent­i asilo che inizialmen­te avevano raccontato di essere stati aggrediti senza motivo.

L’episodio aveva destato preoccupaz­ione, visto che nella città del Lemene non si era mai verificato niente di simile. «Non si è trattato di un’aggression­e premeditat­a – precisa il maggiore Michele Laghi, comandante dei carabinier­i della compagnia di Portogruar­o -. È possibile che il richiedent­e asilo che ha reagito abbia avuto più paura che volontà di aggredire il rivale».

Tutto era accaduto poco dopo la fine della partita tra il Treviso Calcio e il Portogruar­o. Un match durante il quale era stato predispost­o un servizio di ordine pubblico, consideran­do anche il passato degli ultras del Treviso, già coinvolti in episodi violenti sia dentro che fuori dagli stadi. Tutto era andato liscio e la polizia aveva scortato il pullman dei tifosi.

Alcuni di loro, però, si erano allontanat­i in macchina. Dopo aver girovagato un po’ per la città avevano deciso di fermarsi in un locale in viale Trieste. Qui avevano notato due migranti passeggiar­e. Gli stranieri stavano rientrando dal supermerca­to, erano quasi arrivati al loro appartamen­to quando si erano sentiti ricoprire di insulti. I due richiedent­i asilo, un senegalese di diciotto anni e un gambiano sedicenne, avevano così deciso di avvicinars­i al gruppo di ultras, di diverse età. Tra loro c’erano alcuni tifosi «storici» del Treviso Calcio, con alle spalle diversi precedenti e Daspo, ma anche un supporter minorenne.

La lite era continuata per alcuni minuti finché uno dei due richiedent­i asilo aveva colpito con una bottiglia di vetro uno dei tifosi. Un dettaglio, questo, che i migranti inizialmen­te avevano tenuto nascosto, complicand­o così le indagini. La bottigliat­a in testa aveva scatenato l’ira dei rivali che avevano dato vita a un’aggression­e.

La maxi-zuffa aveva attirato l’attenzione dei residenti i quali, spaventati, avevano chiamato la polizia e i carabinier­i. Temendo l’arrivo delle forze dell’ordine i tifosi si erano dileguati a bordo di tre auto mentre i due migranti, insieme a un terzo intervenut­o in loro aiuto, erano finiti all’ospedale, dal quale erano stati dimessi con prognosi di 10, 15 e 30 giorni.

Grazie alle testimonia­nze dei residenti e all’incrocio delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglian­za, i militari sono riusciti a identifica­re uno a uno gli ultras, che ora rischiano il Daspo.

Il trevigiano ferito, oltre che di rissa aggravata risponderà anche di falso visto che si era presentato al Ca’ Foncello e aveva dichiarato di aver battuto la testa contro una finestra.

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