Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il leader Pd nell’azienda che produrrà i motori elettrici per le auto del futuro
Texa, l’annuncio durante l’incontro con il segretario dem. «Più manifattura»
MONASTIER (TREVISO) Con un ritardo di tredici mesi Matteo Renzi onora il suo debito e visita Texa, azienda di Monastier di Treviso fra le punte di diamante nel mondo nel campo della diagnostica per il settore automobilistico, nella cui sede era stato atteso (invano) la mattina del 5 ottobre 2016. In quella circostanza, in veste di Presidente del Consiglio dei ministri, Renzi aveva programmato un tour fra le imprese di eccellenza del trevigiano ma un disservizio aereo lo aveva costretto a depennare i primi indirizzi della lista fra cui, appunto, quello di Texa.
La promessa di ritornare al più presto fatta al presidente, Bruno Vianello, ieri è stata mantenuta e, pur non da premier, il segretario del Pd, prima di risalire a Treviso sul suo treno alla volta di Mestre, si è concesso un’ora abbondante di spostamenti fra i vari reparti dell’azienda. Compreso il dipartimento TexaEdu, riservato alla formazione, in cui era in corso una lezione sugli interventi in sicurezza nei motori elettrici per autotrazione, un segmento sul quale la società sta puntando in modo molto energico. Al punto di aver creato, di recente, una nuova società chiamata Texa Dynamics con la mission di progettare e produrre propulsori elettrici evoluti per auto e motocicli, collocata in un’area dello stabilimento rigorosamente off limits. Negli spazi, infatti, ieri sono stati ammessi solo Renzi ed alcuni ingegneri da cui nulla è trapelato se non che Texa Dynamics sta mettendo a punto un kit completo di batterie, inverter, motore e sistema di trasmissione destinato alla mobilità urbana. «Ho fatto presente a Renzi – ha detto poi Vianello - che la nostra economia è fondata sulla manifattura e sulla fatica e che non si può pensare che una persona faccia i miliardi solo rimanendo davanti ad un pc. Per cui ho chiesto alla politica più attenzione sull’industria tradizionalmente intesa, dato che tutta l’accelerazione impressa negli ultimi anni alla digitalizzazione rischia di trasformarsi in un tema di poca sostanza se misurato con i metri del Pil e dell’ occupazione». Occupazione che, invece, alla Texa continua ad aumentare. Fra i 400 addetti che oggi operano a Monastier (su un totale di 600) ve ne sono 73 integrati a tempo indeterminato a partire dal 2015 e cioè grazie agli incentivi in termini di decontribuzione previsti dalla legge finanziaria di quell’anno e delle misure generalmente rientranti nel pacchetto del «Jobs Act» fermamente volute dal governo Renzi. «Li avrei assunti ugualmente – precisa tuttavia Vianello - avendo scelto di non delocalizzare e di non esternalizzare le produzioni e dunque dovendo assecondare con risorse professionali interne la nostra traiettoria di crescita»,