Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scompare in Turchia, ex consigliere della Lega sospettato di terrorismo
Si chiama Fabrizio Pozzobon: su Facebook donne velate e scritte pro Isis. Indaga la Dda
CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) Fino a un anno fa, Fabrizio Pozzobon, 51 anni di Castelfranco Veneto, era un imprenditore, con una piccola azienda di termoidraulica, una famiglia e un passato da consigliere comunale della Lega Nord. Poi è partito per la Turchia ed è sparito nel nulla e ora il suo nome è nel fascicolo della procura di Venezia che indaga per terrorismo. Perché Pozzobon oggi potrebbe essere un foreign fighters, un soldato dell’esercito dell’Isis, arruolato in Siria.
Di lui non si sa più nulla dal dicembre 2016 quando ha lasciato la sua azienda Hidro Solar, gli affetti familiari e il tranquillo tran-tran della provincia trevigiana, sparendo nel nulla. Le ultime sue tracce si perdono a Istanbul, nel dicembre dello scorso anno. Lì è atterrato, con un volo prenotatogli da un amico online che prevedeva il rientro due mesi dopo. Per qualche giorno ha tenuto i contatti con la famiglia, inviando alcuni messaggi via su WhatsApp. «Tutto bene qui». Scriveva. Poi una foto, inviata all’amico sul cellulare, che lo ritrae sorridente con sullo sfondo i palazzi di una città bombardata. Non era più a Istambul il 51enne, ma in un Paese in guerra o almeno questo è quello che racconta quella foto.
Troppo poco per dire che si trovasse in Siria. Ma è il punto di partenza delle indagini condotte dai carabinieri del Ros di Padova, iniziate pochi giorni dopo la sua partenza, quando la moglie e i due figli, sono andati a denunciarne la scomparsa. In Turchia, nell’ultimo periodo, Pozzobon c’era già stato. «Ci diceva che andava a trovare degli amici, e non ci siamo mai preoccupati perché teneva i contatti ed era sempre tornato. Non come l’ultima volta» racconta un suo collaboratore. A dicembre, infatti, di lui si sono perse le tracce. Un allontanamento volontario, su questo non c’è dubbio. Seguito però da una scomparsa inquietante che ha portato gli inquirenti a indagare la pista del terrorismo. Anche se a sparire non è un islamico: il 51enne si professava cattolico, e la domenica prima di partire era andato a messa. Eppure, raccontano che negli ultimi tempi, con alcuni conoscenti, avesse più volte accennato all’Islam, criticando l’Occidente e i bombardamenti che hanno messo in ginocchio la popolazione civile del Medio Oriente.
Pare una svolta di vita, per uno che sedeva sui banchi del consiglio comunale nelle file della Lega Nord e che nel 2013 aveva firmato una dichiarazione di «Sovranità nazionale e di nazionalità veneta». Proprio lui che ora è sospettato di essersi arruolato nelle truppe del Califfato.
Le indagini dei Ros tendono ovviamente anche ad altre piste, dal sequestro all’omicidio. Ma è chiaro che, in tempi di Isis, questa è la strada più battuta. A sostenerla, proprio il suo cambiamento. Evidente scorrendo il suo profilo Facebook che lascia intravvedere la metamorfosi subita dall’imprenditore trevigiano: la foto copertina ritrae una giovane che indossa il nikab, il velo islamico che lascia scoperti solo gli occhi. E i suoi «mi piace», Pozzobon li aveva dedicati tutti a contatti in qualche modo legati allo Stato Islamico: da Jahidi John, il giovane britannico noto come il «Boia dell’Isis», a gruppi contraddistinti dalle bandiere nere dello Stato Islamico, alle agenzia di stampa siriane e medio orientali. Un cambiamento che ormai era evidente a tutti: prima di sparire non faceva mistero della sua indignazione per come alcuni Paesi stanno agendo nei teatri di guerra.
Per gli inquirenti potrebbe quindi rientrare nella categoria di coloro che si sono avvicinati all’Isis non per motivi religiosi ma per «vicinanza alla causa». Una causa, quella anti-occidentale, diventata la sua personale battaglia ideologica.