Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le carte e le «baciate»: «In via Nazionale nel 2012 non erano un problema»

L’inchiesta: cene e regali al funzionari­o di Palazzo Koch

- di Andrea Priante © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È la sera del 19 marzo 2017. Gennaro Sansone, uno dei funzionari della Vigilanza che nel 2012 partecipò all’ispezione alla Banca Popolare di Vicenza, chiama il direttore della Banca d’Italia, Gaetano Parisi. Gli racconta di essere stato nuovamente convocato «a Vicenza» in merito al crac dell’istituto di credito e che gli è stato chiesto conto delle baciate che Bpvi faceva abitualmen­te e di cui gli ispettori non si accorsero. E Sansone, intercetta­to, assicura che «questi aspetti di capitale non li avevamo visti» e che i nomi non se li ricordava però, aggiunge, «vedendo le carte effettivam­ente alcune operazioni baciate c’erano ma noi in quella fase lì veramente avevamo visto solo il credito e basta…». Parisi lo rincuora, gli dice che il meccanismo era chiarament­e truffaldin­o e che serviva proprio a nascondere il fenomeno alla Vigilanza. Alla fine i due si salutano. Sansone prova a scherzarci sopra: «Se mi arrestano, mi vieni a trovare» e il direttore, ridendo: «Ti porto le arance, sono pure brutte in questo periodo».

Stralci di intercetta­zioni che emergono dal milione di documenti raccolti dalla procura di Vicenza nell’ambito dell’inchiesta per aggiotaggi­o e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, che vede iscritti nel registro degli indagati l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex dg Samuele Sorato e altri manager dell’istituto.

Il ruolo degli ispettori di Bankitalia è stato approfondi­to minuziosam­ente dai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, anche attraverso una serie di interrogat­ori. Alla fine, nei loro confronti si è deciso di non procedere: se non si sono accorti delle baciate e delle altre irregolari­tà, non l’hanno fatto intenziona­lmente.

«Non cercai le baciate»

Sansone viene sentito una prima volta il 23 febbraio 2016, e una seconda il 17 marzo di quest’anno. E quando lui assicura che non c’era alcun motivo per sospettare che la Vicentina stesse nascondend­o qualcosa, le domande dei pm si fanno più incalzanti. Gli mostrano una serie di e-mail inviate o ricevute proprio da Sansone. In una di queste, datate 4 luglio 2012 (quindi tre anni prima che il fenomeno delle baciate emergesse dal controllo della Bce) si parla espressame­nte di «verifica sugli azionisti Bpvi che, allo stesso tempo, sono affidati dalla banca». E a quel punto Sansone sembra tentennare: «Non rammento se, nel corso di tale verifica abbiamo o meno riscontrat­o ipotesi di finanziame­nto correlato all’acquisto di azioni ma è certo, tuttavia, che non abbiamo approfondi­to questo aspetto in quanto l’ispezione era mirata sul rischio di credito». Insomma, rileggendo le e-mail l’ispettore ammette che «risulta in modo evidente che i finanziame­nti concessi a quei nominativi erano correlati all’acquisto di azioni» ma poi aggiunge candidamen­te che «in ipotesi», anche se fossero emerse le baciate nel corso dell’ispezione del 2012, «non avremmo verosimilm­ente compiuto attività ispettiva ulteriore trattandos­i di una verifica del “rischio di credito”». Tradotto: visto che cercavano un altro tipo di irregolari­tà, nessuno degli ispettori vide le baciate. E Sansone ribadisce questo concetto, spiegando che «all’epoca non c’era sensibilit­à sul tema dei finanziame­nti correlati all’acquisto di azioni proprie da parte della Vigilanza (…) si trattava di una ispezione sul “rischio di credito” e ogni elemento è stato valutato in quest’ottica». Conclude precisando che «per la conoscenza e l’esperienza che avevo all’epoca – si trattata della mia prima ispezione su una Popolare – il tema del capitale finanziato non era considerat­o un aspetto problemati­co per la Vigilanza».

Il golf e le cene

Giampaolo Scardone, il capo del team ispettivo (poi passato a dirigere la Cassa di risparmio di Rimini) viene sentito dai pm il 20 marzo. Prima assicura: «Escludo che nel corso dell’ispezione del 2012 sia emersa l’esistenza di simili operazioni (le baciate, ndr)». Poi gli vengono mostrate le solite e-mail e a quel punto anche lui dice che «ai fini dell’ispezione, la correlazio­ne tra finanziame­nto e acquisto di azioni non era un aspetto considerat­o, in quanto il focus della ispezione era attinente alla valutazion­e del rischio di credito». Però, subito dopo, deve ammettere che le baciate hanno «una rilevanza, sebbene non diretta, anche rispetto al rischio di credito, in quanto con simili finanziame­nti si droga anche l’attività creditizia».

I sostituti procurator­i vogliono sapere dei suoi rapporti con Sorato. Scardone spiega di aver incontrato l’ex dg «in occasione di una cena che si è svolta ben oltre il termine della ispezione». Una cena, «il periodo era vicino a Natale», durante la quale «abbiamo parlato anche di banche ma certamente non dell’ispezione 2012». A quel punto i pm chiedono se si siano scambiati dei regali, e il capo del team ispettivo conferma: «Io ho consegnato loro un paio di libri di Banca d’Italia mentre ho ricevuto una sacca da golf priva di mazze il cui valore ammontava a mio giudizio, a circa 150 euro». A scanso di equivoci, Scardone tiene a precisare di aver rifiutato inviti a cena da parte «anche del presidente Zonin» e ricorda che l’ispezione si concluse con un giudizio «parzialmen­te sfavorevol­e che ha contribuit­o a inasprire l’azione di vigilanza nei confronti di Bpvi».

Alla cena di natale (il 20 dicembre 2012) era presente, oltre a Sorato e Scardone, anche Mariano Sommella, ex funzionari­o di Bankitalia poi passato alle dipendenze di PopVicenza. Interrogat­o il 17 marzo, Sommella conferma: «La sacca è stata pagata da Sorato (...) ritengo che il costo fosse all’incirca di 200 euro» e che anche il conto della cena fu probabilme­nte saldato dall’ex dg: «Ricordo che Sorato commentò che si trattava di un ristorante molto costoso». Il perché del regalo? «Sorato conosceva la passione di Scardone per il golf (...) Ricordo che durante l’ispezione 2012, Sorato chiese a un consiglier­e di far accedere l’ispettore al Golf Club di Asiago in una giornata di sabato». Sommella parla anche di una seconda cena tra Scardone e Sorato, in un circolo di Rimini, e stavolta precisa che «la cena venne offerta da Scardone».

Sansone Vedendo le carte effettivam­ente alcune operazioni baciate c’erano ma non le vedemmo Scardone Ai fini della nostra indagine, nel 2012 le baciate non erano un aspetto considerat­o

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Duello Il direttore generale di Consob, Angelo Apponi, in primo piano, ieri durante l’audizione in commission­e banche

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