Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Gli negano l’ultimo drink e lancia il furgone sul bar
Padova, attimi di terrore al Gasoline: «Sembrava un attentato»
PADOVA Avevano bevuto tutta la sera . Quando poi il barista ha rifiutato loro l’ultima birra, hanno prima scatenato la rissa, e poi si sono lanciati con il loro furgone contro la vetrina del locale. Panico tra i molti giovani presenti. «Sembrava un attentato», hanno poi detto alla polizia.
L’uomo al volante preme sull’acceleratore, la folla impaurita si scansa per evitare di essere travolta e il furgone si schianta contro l’ingresso del pub. Non è un attentato terroristico ma il folle epilogo della rissa scoppiata venerdì notte al Gasoline di via Fornace Morandi, periferia nord di Padova, tra gli avventori del locale e un gruppo di nomadi fuori controllo che hanno usato un furgone come ariete: il bilancio parla di una porta divelta e di una vetrata in frantumi, ma poteva andare molto peggio. E la colpa, se così si può dire, è di una birra rifiutata.
I problemi infatti erano iniziati con l’arrivo di cinque-sei nomadi molesti e visibilmente alticci, che hanno continuato a bere senza freni per tutta la serata; quando uno di loro ha ordinato l’ennesima birra, il barista gliel’ha negata ed è nata un’accesa discussione, che ha coinvolto anche gli altri clienti. Iniziata davanti al bancone, la rissa è proseguita e si è conclusa all’esterno del locale. Ma era solo il primo round. Poco dopo, infatti, tre nomadi sono tornati con due furgoni e un camper per consumare la vendetta: giunto davanti al Gasoline, uno dei furgoni ha puntato il muso contro il locale e ha accelerato all’improvviso, sfondando la vetrata dell’ingresso, tra il panico e lo stupore generale.
«Sembrava un attentato, abbiamo avuto paura di morire – hanno detto alcuni testimoni -. Dopo l’impatto con la vetrata, la gente ha scagliato sedie e bicchieri contro i furgoni e i nomadi si sono allontanati».
È un mezzo miracolo, insomma, che non ci sia nessun ferito, se si esclude un ragazzo con un’escoriazione alla mano e che ha rifiutato di farsi medicare. Oltre ai sanitari del Suem, sul posto è intervenuta la polizia: gli agenti delle Volanti hanno raccolto le testimonianze e i filmati con le targhe dei tre mezzi, i colleghi della squadra Mobile hanno trovato il furgone usato per la spaccata a diversi chilometri di distanza.
Gli autori dell’assalto sarebbero tre nomadi italiani di etnia rom; i riflettori sono puntati sui campi nomadi di Padova e le indagini potrebbero concludersi nel giro di poche ore.
Le reazioni sui social non si sono fatte attendere; la notizia è stata ripresa anche dall’assessore regionale leghista Roberto Marcato con un ironico «Va bene così, per carità». E ieri sera il Gasoline era regolarmente aperto: «Carissimi amici e clienti – si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook del locale – ci spiace per il disagio della notte scorsa. Ringraziamo i Guerrieri che ci hanno supportato. Un portone divelto non basta per fermarci. The show must go on». Aperto dal 1999, il Gasoline è uno dei locali di Padova più frequentati dai giovani nel fine settimana: «In vent’anni ho visto litigi tra fidanzati sorpresi con gli amanti, risse tra bande di bikers e sparatorie tra poliziotti e spacciatori, ma questa proprio mi mancava – commenta Massimiliano Marostica, il titolare -. In casi come questo cerchiamo sempre il dialogo, di solito funziona; stavolta non è andata così e ringrazio i clienti che ci hanno aiutato ad allontanare gli aggressori. Per fortuna nessuno si è fatto male, anche se ci è mancato davvero poco».
Sull’identità dei nomadi, Marostica non si sbilancia: «Non ricordo se erano già stati qui, siamo alla terza generazione di clienti e non posso ricordarmi ogni faccia».