Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bebe (ancora) mondiale Oro contro la Russia «In squadra è più bello»

- di Andrea Pistore

Bebe Vio non tradisce mai. L’aveva promesso mercoledì dopo essersi messa al collo l’oro mondiale nel fioretto individual­e: «Ora voglio trascinare le mie compagne a vincere quello a squadre». Missione compiuta.

La 20enne di Mogliano è salita ieri sul gradino più alto del podio anche nella sua seconda gara durante la manifestaz­ione che si sta svolgendo all’Hotel Hilton di Fiumicino. «La medaglia individual­e l’ho data in beneficien­za, me ne serviva una da tenere tutta per me», ha subito detto scherzando la campioness­a.

Un trionfo da dividere insieme ad Andrea Mogos e a Loredana Trigilia, due atlete che fino a ieri non avevano mai vinto il metallo più prezioso e che per riuscirci hanno preso l’energia positiva che emana il fenomeno di Mogliano. L’ennesimo successo della 20enne ha una triplice valenza. In primis le permette di scrivere un’altra pagina di questo sport, in un movimento che fino a cinque anni fa non esisteva e che ha avuto un boom grazie alla leggenda vivente della pedana.

Poi le consente di far gustare il sapore di una vittoria mondiale anche a due sue compagne e amiche, che ora continuera­nno ad allenarsi insieme come avevano assicurato se fosse arrivato il successo di gruppo. E poi la vittoria è una rivincita di quanto accaduto nell’estate del 2016 alle olimpiadi di Rio, quando la squadra azzurra aveva dovuto cedere le armi alle avversarie, accontenta­ndosi di un bronzo amaro e forse immeritato.

Ieri tutto è filato per il meglio, in una finale contro la Russia dove il terzetto italiano ha letteralme­nte asfaltato le avversarie, chiudendo la serie con un eloquente 45-23.

Nel pomeriggio di gloria, le emozioni più forti si sono vissute nella semifinale contro Hong Kong, quando le italiane hanno rischiato di fallire l’accesso alla finale, con gli spauracchi di rivivere il copione a cinque cerchi. Il momento più difficile è stato sul 24-19 per le asiatiche. Bebe è salita in pedana per il suo secondo turno, portando sotto le azzurre sul 30-27 e dando la scossa anche alle compagne apparse imballate ed emozionate. Trigilia, che fino a quel momento era in chiara difficoltà, ha cambiato marcia sull’impulso del testimone passatole da Bebe, portando l’ltalia sul 32-35. Poi ci ha pensato la trevigiana a chiudere (39-45).

Stemperata la tensione, è stato quasi fin troppo semplice arrivare all’oro, con tanto di balletto prima di salire ad affrontare la Russia, che si è squagliata sotto i colpi delle tre tiratrici. Quando Bebe è tornata in pedana per conquistar­e la medaglia il punteggio era già sul 21-40: 19 stoccate di vantaggio, quasi una barzellett­a per lei. Tutti hanno aspettato la «formalità» dei cinque punti necessari che la veneta ha messo a segno velocement­e, prima di scatenare la festa con balli, selfie e un incantato presidente del Coni Gianni Malagò.

«Dedico questa vittoria alla squadra, perché sono tutte ragazze fantastich­e- spiega Bebe sorridente e con la medaglia al collo- di testa c’eravamo, abbiamo fatto diversi mesi di allenament­o e la rabbia ha fatto tutto il resto. Abbiamo tirato come sappiamo fare. E’ tutto bellissimo e siamo felicissim­e. Era il nostro sogno conquistar­e un mondiale. Ora magari vinciamo anche l’olimpiade se Loredana (Trigilia) non va in pensione prima».

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Gioco di squadra da sinistra, Loredana Trigilia, Andrea Mogos e Bebe Vio dopo la vittoria

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