Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bufera su Dmo Dolomiti «Immobile sul turismo»
Gli albergatori: «Fino ad oggi non ha fatto niente» Ma l’ente non ci sta: «Presto un piano marketing»
La critica L’attacco a Dmo è partito da Piccoli (FI) che elenca bandi e occasioni non sfruttati
BELLUNO È guerra sul ruolo e sul futuro di Dmo Dolomiti, l’organizzazione per la gestione del turismo in provincia che mette insieme pubblico e pr i va to . Ne fanno par te , in quanto soci, l’associazione degli albergatori ampezzani, la Provincia di Belluno, la locale Confindustria e altri. Secondo il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli «il tavolo della Dmo (destination management organization) Dolomiti – composto da 7 sindaci e da privati – dovrebbe indirizzare e condividere le linee strategiche per il potenziamento turistico del Bellunese. Peccato che fino a oggi sia stato fatto poco o nulla, fatta eccezione per i 5,4 milioni di euro derivanti dai fondi di confine, solo in minima parte utilizzati peraltro assegnandoli a un’azienda altoatesina per la predisposizione di un piano di marketing e comunicazione».
Sempre per Piccoli «l’immobilismo della Dmo sta provocando dei primi danni al sistema: penso ad esempio ad alcuni bandi regionali andati recentemente deserti e che invece, se ben sfruttati, potevano avere un effetto positivo per l’economia». Per il senatore, «il rilancio dell’attività della Dmo non può prescindere da una vera collaborazione fra anima pubblica e anima privata. Un primo segnale di discontinuità dovrà arrivare da un rinnovamento della governance della stessa Dmo». L’ente, fondato nel 2014, è presieduto da Daniela Larese Filon, ex presidente della Provincia.
Giudizio severo sull’operato dell’ente anche da parte del presidente della Federalberghi provinciale, Walter De Cassan: «Per adesso, non ha fatto un bel niente. È anche vero che, a parte le risorse dei fondi di confine, non è che ne abbia altre». Ma il vicepresidente della Dmo, Gherardo Manaigo, non la pensa affatto così.
«Il lavoro fatto – afferma – non è immediatamente visibile ma c’è. Proprio il 20 novembre, presenteremo il piano di marketing messo a punto dall’Eurac Research (centro di ricerca applicato fondato nel 1992; oggi ci lavorano oltre 300 ricercatori provenienti da 30 paesi) di Bolzano». Per la verità, un po’ di ritardo c’è: secondo i piani iniziali, il piano di marketing avrebbe dovuto essere presentato a maggio del 2016. «È una questione che ci ha impegnato moltissimo – continua Manaigo -; ma il pia- no, una volta operativo, porterà sicuri benefici al territorio. Insomma, finora ci siamo occupati della strategia, che è molto importante. I fatti seguiranno. Si tratta di trovare il personale adatto, competente in materia, per realizzare il progetto. E di pagare questo personale: infatti non possiamo utilizzare le risorse dei fondi di confine a questo fine. Ma abbiamo 33 soci, e pertanto non credo che sarà un problema reperire le risorse».