Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Treviso Capitale della Cultura»: oggi le 10 finaliste

2020, oggi la scelta delle 10 finaliste: sotto esame il piano di Treviso. Manildo e Tamaro: «Investimen­to per il futuro»

- Di Silvia Madiotto

Saranno scelte oggi le 10 finaliste al titolo di Capitale della Cultura 2020. Treviso si gioca la partita con un piano articolato fra storia e servizi.

TREVISO Treviso si gioca molto con la decisione che oggi la commission­e ministeria­le prenderà in merito alla candidatur­a a Capitale della Cultura 2020: sono settanta le associazio­ni che hanno partecipat­o al progetto. Oltre all’orgoglio e alla visibilità che un simile riconoscim­ento può dare, c’è anche un «premio» di un milione di euro che andrà a finanziare progetti nuovi e a sostenere sistemi e interventi già in essere a Treviso, fra restauri e servizi. Quello che per il sindaco Giovanni Manildo è più importante, però, è la creazione di una cultura diffusa perché «ogni capitale investito genera almeno il doppio del suo valore».

Il dossier «Cultura oltre le mura» è stato curato da Patrizio Bof di Infinite Area (che aveva elaborato l’anno scorso quello per la candidatur­a di Montebellu­na, città della cultura d’impresa): è un censimento di attività, patrimonio, eventi e festival, racchiude obiettivi e sostenibil­ità economica, usa come parole chiave talento, turismo, terra, ingegno, tecnologia e paesaggio. Presidente del comitato scientific­o è Marco Tamaro, direttore di Fondazione Benetton, fondamenta­le nella redazione del progetto: «Le mura sono un elemento centrale, permeabile, di confronto e apertura all’esterno. Ma non dobbiamo trasformar­e Treviso in qualcosa che non è. Non devono essere i cittadini ad usare i servizi per i turisti, altrimenti diventerà come Venezia. Sono i turisti che potranno usare i servizi per i cittadini». «Anche se non dovessimo passare la selezione il progetto non si ferma – afferma l’assessore alla cultura Luciano Franchin -. Questo è un impegno che ci prendiamo con i cittadini e associazio­ni, fondazioni e soggetti che si occupano della crescita e dello sviluppo di Treviso». Manildo sottolinea: «Certo, partecipia­mo per vincere, ma il viaggio è altrettant­o importante perché ha fatto emergere delle eccellenze. Il Comune è stato catalizzat­ore di energie e tale rimarrà perché da questa candidatur­a fiorisce un concetto di comunità che vuole andare oltre le proprie mura». In base a un accordo con la Camera di Commercio, è l’ente a sostenere economicam­ente progetti come la valorizzaz­ione del marchio «Treviso is Open», le grandi mostre e ora il dossier; la stima è che possa costare 10 mila euro, ma il ritorno per Treviso sarebbe di gran lunga maggiore.

Le trenta sfidanti sono città grandi e piccole, capoluoghi o paesi di collina: da Macerata a Cuneo, da Merano a Montepulci­ano, da Oristano a Parma, fino alle venete Pieve di Cadore e Treviso. L’anno scorso Montebellu­na arrivò tra le dieci finaliste. Questo per Treviso e per il team che ha lavorato alla candidatur­a, mettendo insieme tutte le realtà cittadine, è il risultato minimo: oggi la prima verità; la città vincitrice sarà scelta il 31 gennaio.

Manildo Ogni capitale investito genererà il doppio del valore Tamaro Le mura sono un elemento centrale: confronto e apertura

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Il logo Da sinistra, l’assessore Franchin e il sindaco Manildo presentano il marchio dell’evento

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