Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Carlo non ha ucciso, voglio incontrarlo»
Oderzo, il fratello del presunto parricida non crede alla sua versione. Autopsia impossibile
ODERZO Stefano Frisiero continua a difendere il fratello Carlo, il quarantaquattrenne di Oderzo che sabato si è consegnato ai carabinieri di Bologna accusandosi di aver ucciso il padre malato. Il fascicolo è arrivato in procura a Treviso, ma sarà impossibile effettuare l’autopsia sul corpo dell’anziano perché i resti sono stati cremati. È prevista però una perizia psichiatrica su Frisiero dal momento che, quando si è presentato in caserma, non era lucido.
ODERZO Un fascicolo per omicidio volontario aggravato e l’indagine, tutta in salita, per chiarire se davvero Carlo Frisiero ha ucciso il padre Nino Luciano di 77 anni.
Da Bologna, dove il 44enne di Oderzo si è consegnato sabato sera, sono arrivati i primi atti che danno ufficialmente il via all’inchiesta della procura di Treviso. Ma per il sostituto procuratore Francesca Torri titolare dell’indagine affidata ai carabinieri, non sarà facile accertare se Nino Frisiero è stato ucciso o è morto di morte naturale. Il figlio Carlo ha confessato il delitto del padre, che sarebbe avvenuto il 24 settembre del 2016 nella casa dell’anziano in via Cancellier a Oderzo. Ha detto che lo avrebbe ucciso facendogli ingerire un pasto denso per farlo soffocare, visto che da tempo, a causa dei suoi problemi di salute, mangiava solo cibi liquidi. E dopo il delitto, avrebbe taciuto per un anno. Fino a sabato quando, preda dai sensi di colpa, avrebbe deciso di confessare.
Una versione alla quale non crede il fratello Stefano, 49enne artigiano di San Polo di Piave. Sconvolto ma determinato nel difenderlo: «Mio fratello non è in sé, evidentemente sta vivendo un momento difficile. Ma io sono certo che non ha fatto del male a nostro padre. Lo so perché lo conosco