Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Profughi, 150 in fuga da Cona uno muore travolto sulla strada

Un gruppo lascia l’hub e marcia su Venezia, intercetta­to a Codevigo Tragedia nella notte, vittima un ivoriano. Il questore: qualcuno li illude

- Eleonora Biral Andrea Pistore © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CONA (VENEZIA) Uno dei 150 migranti fermati ieri a Codevigo, nel Padovano, dopo la fuga dall’hub di Cona, è stato travolto e ucciso mentre era in bicicletta, a due passi dal piazzale della chiesa parrocchia­le su cui i migranti si erano accampati per la notte.

Le prime ipotesi dicono che l’investitor­e, un uomo di 45 anni negativo all’alcol test che si è subito fermato a prestare soccorso, non avrebbe visto l’ivoriano di 35 anni perché la bicicletta era senza fanale ed era buio pesto alle 20.30 di ieri sera quando il migrante che viaggiava su via Argine sinistro è stato investito. Voleva raggiunger­e i compagni dell’ex base che protestano per le condizioni dell’hub e fino a ieri erano intenziona­ti a marciare su Venezia.

In serata il questore Vito Danilo Gagliardi è intervenut­o spiegando che il piano di rientro dei migranti era già in corso con un pulmino fatto arrivare da Bagnoli fin dalle 18 e che aveva già disposto il divieto dell’uscita serale dal centro di Cona perché era pericoloso. «Dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme al prefetto, esprimo l’amarezza della polizia di Stato e della questura di Venezia per una morte che si poteva evitare. Sono liberi di andare dove vogliono, ma non di notte e in corteo. ha detto Gagliardi - Uno di loro è morto perché c’è gente che approfitta della loro semplicità. Sono due giorni che prendono freddo perché forse qualcuno li convince che facendo così otterranno qualcosa».

Lunedì mattina l’inizio della protesta dei migranti che hanno deciso di raggiunger­e a piedi lungo la Romea la prefettura di Venezia. Il corteo è stato bloccato dalle forze dell’ordine a Codevigo, all’imbocco della Romea, per motivi di sicurezza. Ieri, dopo aver trascorso la notte a bordo di due autobus, sono stati raggiunti dal prefetto Carlo Boffi ma nemmeno le sue rassicuraz­ioni sono servite.

All’interno dell’ex base militare di Conetta sono ospitati 1.119 richiedent­i asilo contro i 1.400 di luglio e sono stati investiti circa 70mila euro per migliorare le condizioni del centro. Una struttura che, secondo gli ospiti, non è adatta a trascorrer­e l’inverno.

Martedì è arrivato il vicario del prefetto, Sebastiano Cento, per aprire un dialogo. Ma è stato inutile. Ieri mattina chi stazionava a Codevigo ha incontrato Boffi e il questore Vito Danilo Gagliardi, gli altri hanno bloccato l’ingresso al centro di accoglienz­a. Boffi ha cercato di rassicurar­li ma i profughi hanno scelto di continuare la loro marcia. Nel pomeriggio sono stati raggiunti da altri 30 ospiti della struttura. C’è chi è arrivato a piedi e chi in bicicletta, quasi tutti con le valigie. «Noi – dicono – a Cona non vogliamo tornare». Il gruppo di profughi che sono scappati dalla base di Conetta, decisi ad andare a Venezia. Sono stati fermati a Codevigo

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In rivolta

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