Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Autovie e A22, concessioni prorogate per 30 anni
«Autobrennero», nessun impegno a dire sì alla Valdastico Nord. Variati (Vicenza): nuova presa in giro dei trentini
VENEZIA Concessioni statali prorogate per 30 anni alle due concessionarie autostradali «Autovie Venete» e «Autobrennero» (A22), fino al 2048. È il risultato dell’approvazione, col voto di fiducia al governo, il maxiemendamento al decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria (Legge di Stabilità) 2018. Sarà legge con l’ok, probabile, alla Camera. Il provvedimento affida la gestione delle arterie alle società cosidette «in house», in pratica i cloni di quelle esistenti, evitando di mettere a gara il servizio. Uno scenario atteso che, se non ha particolari partite parallele nel caso della concessionaria del tratto di A4 che collega Veneto e Friuli Venezia Giulia (con governance in mano alla Regione a statuto speciale), invece si porta subito dietro strascichi polemici per l’«Autobrennero». Società che ieri ha eletto il suo nuovo presidente, Luigi Olivieri.
Di «ennesimo squallido regalo all’Alto Adige» parla il senatore bellunese di Forza Italia Giovanni Piccoli nel commentare la decisione, aggiungendo: «Autobrennero è una società partecipata, la cui maggioranza è in mano alla Regione Trentino-Alto Adige e alle Province autonome, un’infrastruttura che incassa 370 milioni di euro all’anno, di cui ben 169 di margine operativo lordo». Un sacco di soldi che, secondo il parlamentare d’opposizione, il governo Pd regala ai ricchi vicini «speciali» invece di pensare alle emergenze della viabilità ordinaria bellunese e veneta.
Ma il nervo scoperto sull’«Autobrennero» resta la Valdastico Nord, la nuova autostrada prolungamento a nord di Piovene Rocchette, nel Vicentino, verso il Trentino. Un’opera mai voluta dai confinanti a dispetto dei veneti, convinti di aver trovato nei mesi scorsi un accordo con i vicini, garante il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio, per vincolare la proroga della concessione sull’A22 all’ok alla futura arteria. Invece ieri è passato l’allungamento senza traccia d’impegni in tal senso.
Parla del rischio di costruire «una ferita inutile all’ambiente» e si appella al governo affinché «faccia rispettare i patti» il sindaco e presidente della Provincia di Vicenza, Achille Variati. Il big del Pd si riferisce alla prima «tranche» della Valdastico Nord, quella sicura in quanto tutta in territorio veneto, 18 chilometri per 1,3 miliardi di euro da realizzare entro il 2025. Ma senza lo sbocco in Trentino si configurerebbe lo scenario evocato da Variati. Dalla Provincia autonoma trapela che mai c’era stato impegno a dire sì alla Valdastico Nord, al massimo a una bretella similstrada statale.
E dunque ora l’infrastruttura vicentina rischia di rimanere al palo. «La Valdastico Nord senza un collegamento funzionale vero con la A22 — attacca Variati che la pensa diversamente dai trentini — non ha senso farla. Confido che il ministro Delrio sia in grado di far rispettare il patto. Diversamente sarà l’ennesima presa in giro dei ricchi trentini forti di una autonomia costituzionale anacronistica».
Il sindaco Senza sbocco nell’arteria a nord, l’opera inutile Sarebbe solo un danno ambientale