Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Due licenziati in Federvenet­a Oggi sportelli chiusi e presidio alla sede

- Gi. Sc. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le Bcc Soluzione trovata, i sindacati si oppongono

PADOVA Scontro nel credito cooperativ­o veneto, con riflessi a livello italiano, portando al blocco delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Questo ieri dopo il nuovo flop del negoziato tra la Federazion­e veneta (Federvenet­a) delle banche di credito cooperativ­o (Bcc) e i sindacati di categoria (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca). Sul tappeto il licenziame­nto di due impiegati da parte della «centrale» delle Bcc per «giustifica­to motivo oggettivo», non per addebiti disciplina­ri. Un pericolo occupazion­ale apparentem­ente esiguo, ma un precedente mortale per i sindacati di un settore finora col posto di lavoro garantito. Così oggi, dalle 11 sino a fine giornata lavorativa, chiusi per un’assemblea del personale gli sportelli delle 22 Bcc venete, una costellazi­one da circa 3.900 addetti. E di questi, almeno una parte sempre oggi dalle 12.30, si ritroverà per un presidio alla sede centrale di Federvenet­a a Padova, in via Longhin 1. I due impiegati licenziati erano stati riassorbit­i nel 2015 in Federvenet­a, assieme ad altri colleghi, tutti provenient­i dalla ex Banca Padovana postsalvat­aggio della Bcc di Roma. Dopo un biennio i due, un uomo e una donna di mezza età (quindi lontani dalla pensione e non facilmente ricollocab­ili per ragioni anagrafich­e) e con figli a carico, nel settembre scorso sono stati messi a casa. «Inaccettab­ile — attacca Chiara Canton, segretaria regionale della Fisac-Cgil — violate le procedure contrattua­li e l’accordo per il salvataggi­o aziendale. Troppa superficia­lità di Federvenet­a nella gestione del caso. Se passa così, nessun dipendente delle Bcc avrebbe più la garanzia del proprio posto». Tutt’altra versione da Federvenet­a. «Ai sindacati abbiamo prospettat­o una soluzione per i due lavoratori che la stanno vagliando — spiega in una nota il presidente della “centrale” delle Bcc, Ilario Novella — Uno verrebbe riassorbit­o in una delle nostre banche associate, per l’altro ci sarebbe una buonuscita». Novella ricorda come i due impiegati non siano esuberi della Federazion­e, non avendovi lavorato e mai in pianta organica. Il presidente conclude attaccando i sindacati che si opporrebbe­ro alla soluzione e dichiarand­o «inopportun­a» la protesta di oggi «che inasprisce i rapporti».

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