Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bim: Attestor rinuncia all’acquisto, «Barents» alla sospensiva La sentenza al Tar il 4 dicembre

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MONTEBELLU­NA (TREVISO) Colpo di scena nella vendita di «Bim» (Banca intermobil­iare di investimen­ti), la controllat­a di Veneto Banca che meno di un mese fa era stata ceduta al fondo «Attestor» dai commissari liquidator­i dell’ex Popolare ormai assorbita nel gruppo Intesa San Paolo. In contempora­nea «Barents», l’altra società che aspirava ad acquisire l’istituto torinese di gestioni patrimonia­li, s’era opposto alla decisione, facendo ricorso al Tar (Tribunale amministra­tivo regionale). Ieri è trapelata la notizia che «Attestor» ha rinunciato all’acquisto che si era concretizz­ato con la cessione della quota di maggioranz­a di «Bim» a «Trinity Investmens», società irlandese del fondo che in Veneto ha già acquistato il gruppo veronese «Ferroli» (caldaie) e trevigiano «Stefanel» (tessile/abbigliame­nto). In simultanea «Barents», il riassicura­tore con sede in Lussemburg­o, ha rinunciato alla richiesta di sospensiva presentata ai giudici amministra­tivi contro l’aggiudicaz­ione, col Tar che deciderà sul merito della controvers­ia il 4 dicembre prossimo. Il contratto di vendita prevedeva un prezzo immediato per la quota di controllo del 68% di «Bim» (più un altro 2% che sarebbe stato acquistato entro due anni) fissato a 24 milioni di euro, 22 centesimi per azione.Tra le altre cose, il ricorso di «Barents» puntava proprio sul prezzo, lamentando una «immotivata esclusione dal confronto concorrenz­iale», nonostante una «offerta molto più alta», con una base di partenza di 40 milioni di euro. Soldi in più per i liquidator­i di Veneto Banca da destinare ai creditori.

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Senza pace Nuovo scossone per il «salotto buono» del capitalism­o torinese travolto dal crac di Veneto Banca

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