Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ubriaca, investì un uomo: condannata

La tragedia nel 2015, vicino all’Home Festival: Dametto prende 4 anni e 6 mesi

- Citter

TREVISO Il 3 settembre 2015, sul cavalcavia di San Giuseppe, con un tasso alcolemico sei volte superiore alla media e metadone nel sangue, recandosi all’Home Festival, investì e uccise un uomo: Enrico Scarabello, 38 enne di Carbonera. La ragazza, dopo l’incidente, nemmeno si fermò. Ieri, Federica Dametto, 38enne di Casier, è stata condannata a 4 anni e sei mesi per omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza e stupefacen­ti.

TREVISO La notte del 3 settembre 2015, sul cavalcavia di San Giuseppe, con un tasso alcolemico 6 volte superiore alla media e metadone nel sangue, mentre cercava di raggiunger­e l’Home Festival, ha travolto e ucciso Enrico Scarabello, 38enne di Carbonera, ferendo la moglie Elisa Zanardo e allontanan­dosi subito dopo. Per questo Federica Dametto, 38enne barista di Casier, è stata condannata ieri a una pena di 4 anni e 6 mesi.

Il giudice Christian Vettoruzzo le ha inflitto, infatti, una condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio colposo e omissione di soccorso, e 10 mesi di arresto per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacen­ti. La donna ha scelto di affrontare il dibattimen­to, dopo che la procura ha respinto la sua istanza di patteggiam­ento a 3 anni, una pena dalla quale sarebbe stata esclusa l’omissione di soccorso. Il pubblico ministero Barbara Sabattini aveva chiesto una condanna a 7 anni e mezzo, 5 di reclusione e due e mezzo di arresto.

La difesa, rappresent­ata dagli avvocati Fabio Capraro e Francesco Fava, ha invece cercato di minare l’accusa puntando sulle condizioni di sicurezza della strada e sulla presunta correspons­abilità delle vittime che camminando sul cavalcavia quella sera avrebbero «tenuto un comportame­nto imprudente».

«Siamo moderatame­nte soddisfatt­i – spiega Capraro -, non completame­nte perché sono state disattese le istanze della difesa volte ad acclarare la legittimit­à del guardrail, troppo basso, e del tratto di strada. Ricorrerem­o in appello e riproporrò la richiesta di questi accertamen­ti, compreso quello di un sopralluog­o sul posto». Dopo quel tragico incidente, sul cavalcavia è stato posto il divieto di accesso ai pedoni e, durante l’Home Festival, sono state introdotte maggiori misure per garantire la sicurezza di chi sceglie di arrivare a piedi in Dogana. Federica Dametto non era in aula, ad ascoltare la sentenza per lei c’era il compagno. Assenti anche Elisa Zanardo e Angelo Scarabello, il fratello di Enrico, che avevano ritirato la costituzio­ne di parte civile ritenendo equo il risarcimen­to di 400 mila euro ottenuto.

Le vite della 38enne e della giovane coppia di Carbonera, si sono incrociate quella tragica notte. Enrico ed Elisa, dopo una giornata di lavoro nella loro fioreria, avevano deciso di andare all’Home Festival, ma c’era troppa ressa e così si erano fermati a un ristorante giapponese. Stavano tornando al parcheggio quando, in cima al cavalcavia, erano stati travolti dalla Rover della 38enne. Lei si era fermata un attimo, era scesa, poi era ripartita mentre Elisa urlava: «Mio marito, dov’è mio marito non lo trovo». Enrico era a terra, qualche metro più sotto, sulla scarpata, morto. La Dametto invece, meno di un chilometro più in là, addormenta­ta sul volante della sua auto.

La dinamica L’uomo, dopo essere stato travolto, finì in fondo alla scarpata: fu trovato dalla moglie

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