Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Giorgione scrive alla Figc «Stufi di insulti razzisti al prossimo ci ritiriamo»

Lettera della società di calcio dopo la lite con Feltre

- di Mauro PIgozzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CASTELFRAN­CO (TREVISO) «Se sentiamo ancora offese razziste da parte del pubblico, chiederemo agli arbitri di intervenir­e. Se non fanno nulla, ritiriamo la squadra dal campo. Non ci servono i tre punti, abbiamo bisogno di insegnare l’educazione a certe persone». La dichiarazi­one di guerra è di Orfeo Antonello, presidente del Giorgione Calcio, società affiliata alla Juventus. Ha appena annunciato ai propri allenatori delle giovanili, che portano in campo circa duecento ragazzi dai 5 ai 18 anni ogni domenica, che d’ora in poi la linea della società cambia. «Siamo stanchi di queste continue offese razziste contro i nostri ragazzi» si infervora. «Certi genitori devono capire che se stanno a casa, invece di venire a guardare la partita di pallone, è meglio per tutti».

Una decisione irrevocabi­le, già comunicata anche via missiva a Giuseppe Ruzza, presidente del comitato regionale Figc. Il tema del razzismo sui campi di calcio del Veneto torna dunque alla ribalta a due settimane dall’episodio verificato­si a Padova durante il match tra i giovanissi­mi della Sacra Famiglia e della Virtus Agredo di Loreggia. Protagonis­ta, in quel caso, un 14enne nigeriano, che dopo aver segnato il gol della vittoria è stato più volte insultato e colpito da un pugno. L’arbitro però non si è accorto di nulla: ha notato soltanto l’accenno di reazione del giovane e per questo lo ha espulso. Una situazione analoga è accaduta di nuovo domenica, a Pedavena, nel Bellunese. Durante la partita Union Feltre-Giorgione è stato espulso un 14enne del Giorgione originario del Ghana. Il motivo? Stando alla ricostruzi­one della società trevigiana, il ragazzo è stato bersagliat­o di offese dal pubblico bellunese – una sessantina di adulti, quasi tutti genitori dei ragazzi, assiepati dietro le transenne - per il colore della pelle. Dopo la fine del primo tempo ha reagito contro gli spettatori, ed è stato quindi espulso negli spogliatoi dove ha persino spinto l’arbitro. «Poi ha pianto per quaranta minuti, disperato per le offese subite», hanno raccontato i dirigenti difendendo il ragazzo, che si allena col Giorgione da un anno e per farlo prende due bus ogni volta perché viene dalle colline asolane.

Sempre stando alla ricostruzi­one dei castellani, le offese a sfondo razziale sono proseguite anche nel secondo tempo contro altri due giocatori di colore: un centrocamp­ista, poi espulso per doppia ammonizion­e, e il portiere. Va precisato che sul referto arbitrale – il fischietto era Andrea Guarnieri della sezione di Belluno - non è stato scritto che gli insulti del pubblico fossero a sfondo razziale e quindi il giudice sportivo ha squalifica­to il 14enne fino al 31 dicembre «per comportame­nto minaccioso nei confronti di un avversario e per aver spinto l’arbitro». Sanzione contro la quale il Giorgione non si appellerà. «Le reazioni di quel tipo vanno sempre sanzionate» taglia corto il presidente Antonello. «Noi contestiam­o i razzisti, ma i nostri giocatori non devono reagire».

Ruzza prende atto della decisione. «Peraltro noi decidiamo solo leggendo i referti degli arbitri, che sono l’unica fonte certa» dice il presidente veneto della Figc. «Chiederemo delucidazi­oni all’Aia, ma su casi come questi è competente la procura federale. Certo è che si tratta del secondo episodio in poco tempo, non lasceremo passare sotto silenzio la vicenda. Serve lavorare ancora molto, nonostante tutto quello che si è fatto, per combattere certi atteggiame­nti». Una versione, quella castellana, contestata dai bellunesi. Va peraltro detto che l’Union è affiliata all’Atalanta e vanta un settore giovanile stimato, ci giocano 350 baby calciatori. Nel consiglio c’è anche l’avvocato Davide Fent, che col presidente Nicola Giusti e il dirigente accompagna­tore Stefano Maset ieri hanno ribadito a gran voce che «no, non c’è stata nessuna offesa razzista contro quel ragazzo», che invece dipingono come «un giocatore irascibile sanzionato dall’arbitro dopo un brutto fallo sul nostro portiere». «Noi siamo contro ogni forma di razzismo - dice Maset - Abbiamo sempre insegnato ai nostri calciatori che se sentono una offesa contro il colore della pelle devono prendere il pallone in mano e avvisare l’arbitro. Lo fanno in serie A, lo facciamo anche noi». Incalza Fent in chiusura: «Non accettiamo l’accuse di razzismo da parte di nessuno e siamo pronti a difenderci di fronte alla magistratu­ra ordinaria e a quella sportiva per tutelare la nostra immagine».

Muro contro muro Calciatore di colore espulso e versioni contrastan­ti, i bellunesi pronti alle vie legali

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Tappeto verde Torna alla ribalta il tema del razzismo sui campi da calcio

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