Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Per essere ancora di più noi stessi ci viene richiesto di cambiare»
edeltà è cambiamento», tema del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa di quest’anno, «rispecchia il percorso di impegno sociale al quale ci ispiriamo e nel quale scegliamo di ritrovarci di giorno in giorno». Ad affermarlo è Paolo Bedoni, presidente di Cattolica Assicurazioni e della sua Fondazione, main sponsor del Festival dalla prima edizione. «La fedeltà ai nostri valori fondativi, intesa come forza dinamica tra ancoraggio al passato e apertura al futuro», spiega Bedoni, «permette di immaginare e di costruire il domani senza correre il rischio di perdersi».
In quale misura il tema di questa edizione del Festival afferma un valore importante per l’essere cristiani oggi?
«Fedeltà è cambiamento. Due concetti, apparentemente in contrasto, ma in realtà strettamente connessi da un verbo che fa rispecchiare l’uno nell’altro. Per essere ancora di più noi stessi, ci viene chiesto di cambiare, di rispondere alle nuove sfide. Noi di Cattolica lo abbiamo sempre fatto, dal 1896 ad oggi, ci siamo evoluti in base ai bisogni della società adattandoci ai tempi, ma sempre fedeli ai nostri valori. Tutti quanti dobbiamo fare la nostra parte. E dobbiamo prestare attenzione a ciò che ci accade intorno. Un esempio straordinario a cui guardare e a cui molti operatori di mercato si possono ispirare sono le Benefit Corporation o B Corp, dal nome della certificazione che l’ente non-profit americano B Lab rilascia a poche, felici realtà. In sintesi, le B Corporation sono aziende for profit che vanno a formare un movimento il cui scopo è fare in modo che la performance ambientale e sociale sia solida quanto i risultati economici. Non sto parlando del futuro, ma del presente».
Per sostenere la trasformazione di un sistema economico sempre meno inclusivo, dunque, è necessario cambiare le prospettive. In che modo la responsabilità sociale d’impresa apre nuove strade?
«Il richiamo alla responsabilità è un’esigenza primaria. Cattolica, cooperativa popolare orgogliosa del suo nome, lo sa bene e lavora perché questa esigenza sia sempre soddisfatta. Ogni attività economica dovrebbe avere in sé una spinta rigeneratrice per la società in cui opera. Essere responsabili significa intercettare le possibili azioni da mettere in atto per
Presidente
Paolo Bedoni è il presidente di Cattolica Assicurazioni ridistribuire la propria redditività in modo socialmente utile, attraverso scelte consapevoli e progettualità finalizzate alla creazione di servizi da erogare in maniera diretta. È doveroso immaginare un futuro in cui le imprese si sfideranno sul mercato della responsabilità sociale e non solo in quello del profitto».
Perché la teoria non rimanga tale, come riuscite a scaricare a terra questi concetti?
«Con progetti reali. I dati sull’occupazione migliorano, così come le previsioni di aumento del Pil, eppure il mondo del lavoro non sembra ancora accorgersene. Il nostro compito come impresa, meglio ancora come Cattolica, è sostenere una crescita diffusa e integrata, intervenendo concretamente. Lo facciamo con Fondazione Cattolica Assicurazioni, che lavora accanto alle persone che si prendono cura dell’altro, della comunità e del territorio, investendo prima di altro proprio su di esse. O ancora con “Progetto di Vita. Cattolica per i Giovani”, che offre strumenti di formazione, orientamento e conoscenza a chi si affaccia al mondo del lavoro. Parliamo, in breve, dei soggetti su cui dovremmo puntare di più, gli stessi che per uno strano paradosso si trovano a pagare il conto più salato di una società che ha smesso di funzionare nella maniera corretta. È nostro compito sostenerli».
La costruzione di un’etica di impresa è legata alle caratteristiche identitarie di ogni azienda. Quali sono, nello specifico, le motivazioni di Cattolica?
«Sono tre gli elementi, l’uno strettamente legato all’altro, che determinano l’etica di impresa della nostra Compagnia. Mi riferisco alla Dottrina Sociale della Chiesa, che ha rilievo fondante e statutario, alla formula cooperativa e al radicamento profondo nel territorio. Essere una grande cooperativa popolare non è semplicemente una scelta di carattere giuridico, ma un modo di occupare una posizione che è tutt’uno con un’idea collettiva espressa dai soci e poi anche dagli azionisti. In Cattolica non ci sono padroni, ma una visione di impresa e un management che in questi anni di crisi hanno saputo vigilare con competenza e rigore sul bene della Società, consolidandola, rendendola ancora più forte».