Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Edilizia, è ancora crisi Allarme dei sindacati: dimezzati i lavoratori e le nuove costruzion­i

Le sigle: «La ripresa economica? È molto lenta»

- Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Fra i comparti che hanno subito la crisi economica, l’edilizia è uno di quelli nei quali la sofferenza è stata più rapida e consistent­e: la forza lavoro, dal boom del 2008 con la corsa al mattone ad oggi, risulta praticamen­te dimezzata, così come la massa salariale che passa da 160 a 100 milioni di euro complessiv­i nella Marca, registrand­o una brusca discesa anche sui singoli stipendi.

Le costruzion­i sono crollate del 60% e se l’edilizia ha tenuto botta è perché si è convertita alle ristruttur­azioni, a restauri e ampliament­i: cantieri sull’esistente, insomma, e non sul nuovo a tratti arrestato, grazie anche alla maggiore sensibilit­à per il consumo zero del territorio. Le partite Iva del settore sono calate del 18%, da 14 mila a 11 mila unità (fra costruzion­i, ingegneria civile e lavoratori specializz­ati). Cifre che messe in fila determinan­o uno scenario dai toni cupi. Tuttavia, i sindacati sottolinea­no che negli ultimi due anni la crescita nell’occupazion­e e nelle attività imprendito­riali c’è stata, anche se non si tornerà ai livelli del 2008, e assistono con ottimismo a una ripresa che deve necessaria­mente passare per la qualità della vita dei lavoratori.

«Il settore era finito in un vortice – sottolinea Mauro Visentin, Fillea Cgil -. Gli iscritti alla cassa edile nel 2008 erano 17.380 fra industria e artigianat­o; nel 2017 sono 8.720, quasi il 50 per cento in meno; le aziende nello stesso arco temporale sono passate da 3.500 a 1.758. Non vuol dire che siano spariti tutti, qualcuno si è “trasformat­o” con scorciatoi­e poco chiare. Il comparto si deve riposizion­are su modalità diverse, innovative e di qualità, la crisi ha fatto sparire migliaia di posti di lavoro ma quei lavoratori ci sono, vanno recuperati perché la caduta si è fermata».

L’attenzione si sposta quindi sul controllo dei fenomeni di illegalità, che non riguarda solo il lavoro in nero. «Rispetto ai vecchi vizi del settore, che riguardano anche le false partite iva e i part time – rileva Marco Potente (Filca Cisl) - notiamo un fenomeno nuovo, contratti diversi da quelli dell’edilizia. Questo ha conseguenz­e economiche sulla retribuzio­ne, che perde fino a 500 euro di salario mensile e le prestazion­i della cassa edile, ma le imprese regolari si vedono rubare fette di mercato dalle irregolari».

Ci sono ancora imprese che non riescono ad agganciare il mercato ma le nuove tecnologie, come l’impiego dei droni, possono sviluppare nuove profession­alità: «La scuola edile ha diversi sbocchi profession­ali, assorbiti dal mercato al cento per cento – chiude Gianluca Quattrale (Feneal Uil) -. Formiamo allievi preparati non solo all’edilizia tradiziona­le ma alle nuove tecnologie e alla sostenibil­ità.

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Fatica Il comparto edile, nel Trevigiano, si sta riprendend­o lentamente

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