Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Si è finta malata per truffare il prete Dovrà restituire centomila euro

- Fe. Fa, © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Condannata a tre anni di reclusione, 1500 euro di multa e al risarcimen­to di 108 mila euro per aver truffato don Giuseppe Bortolas, spacciando­si per malata terminale e spillandog­li 98mila euro. La procura di Belluno ha ottenuto la condanna a tre anni di reclusione richiesta per Tecla De Pellegrin, bellunese di 49 anni residente in Valbelluna, accusata di truffa per aver escogitato nei minimi dettagli un raggiro all’allora parroco di Cesiomaggi­ore, poi di Cencenighe agordino.

Nel corso dell’agosto 2014 l’imputata raccontò al 63enne don Giuseppe di chiamarsi Debora Decina e «di essere in gravissime difficoltà economiche per drammatich­e vicessitud­ini famigliari e di salute». Lo ha rassicurat­o, spiegandog­li che aveva garanti prestigios­i per la restituzio­ne del prestito, dal prefetto a giudici. Era però solo un’invenzione. Don Bortolas è stato, a tratti, disarmante nella sua ingenuità quando testimoniò in aula. La donna aveva bussato alla porta della sua canonica, chiedendog­li un prestito prima di 350 euro, poi di altri 200, con i quali avrebbe pagato la fornitura di gasolio per raggiunger­e il centro oncologico di Aviano. Poi le richieste continuaro­no perché diceva di avere un cancro che non le avrebbe lasciato più di tre mesi di vita, fino a raggiunger­e la cifra di 98mila euro, gli interi risparmi di una vita. Per sua fortuna, il parroco aveva segnato in un’agenda ogni prestito, fino a quado si è confidato con il vicario generale, don Luigi Del Favero, che attivò un amico avvocato per verificare chi fosse quella donna.

Per incastrarl­a fu organizzat­o dai carabinier­i un prestito fittizio, furono segnate le banconote che poi vennero trovate alla donna. Ieri nonostante la difesa avesse richiesto l’assoluzion­e, è arrivata la condanna da parte dei giudici.

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