Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Noi nella black list degli insolventi? Restituiti 90 milioni»

Il caso della Maschio Gaspardo: «C’è un errore»

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CAMPODARSE­GO «Siamo finiti nell’elenco dei debitori insolventi della Popolare di Vicenza? Non ne capiamo la ragione. Abbiamo superato la fase di tensione finanziari­a del 2015 e da allora abbiamo pagato alle banche creditrici tra rimborsi e interessi circa 90 milioni. In questo periodo, nessuno dei nostri dipendenti è stato licenziato, tutti i fornitori sono stati pagati e sono stati rispettati gli impegni con le banche. È un chiaro errore».

L’intervento porta la firma di Massimo Bordi, amministra­tore delegato di Maschio Gaspardo. E arriva all’indomani della pubblicazi­one, da parte della commission­e parlamenta­re di inchiesta sulle banche, della «classifica» delle cento imprese con «sofferenze» o «probabili inadempien­ze»” verso la ex popolare. Una sorpresa sgradita per l’azienda padovana, dopo gli sforzi e l’impegno profusi per rilanciare l’azienda: fatturato stimato a fine 2017 a 320 milioni (nel 2016 era di 293), margine operativo verso i 33 milioni (erano 27) e utile a 5 milioni dopo il rosso di 3 dello scorso anno. Il tutto grazie a una riorganizz­azione dell’azienda, alla razionaliz­zazione della struttura produttiva, all’allargamen­to della gamma con il lancio di nuovi prodotti che ha coinvolto le quattro fabbriche italiane e le tre estere in Cina, India e Romania.

«I nostri numeri sono tutti a posto», incalza Paolo Bettin, il Chief financial officer voluto nel board decisional­e dalla famiglia Maschio per uscire della crisi finanziari­a aziendale: a inizio 2016 era infatti stato rimodulato il debito, con un accordo tra 24 banche creditrici, compresa la Vicentina. In tutto, una partita da 250 milioni di euro (11 quelli per i quali l’azienda compare nella «black list» della Popolare). «In linea con la convenzion­e bancaria firmata abbiamo rispettato tutti gli impegni presi precisa ancora Bordi -. Da 27 mesi a questa parte abbiamo pagato in media 3 milioni al mese, uno di interessi e due di capitale. In pratica, abbiamo restituito circa 27 milioni di interessi e ridotto il debito di 60 milioni». Dunque, dietro all’informalit­à di quelle liste, che gravano sul groppone della bad bank, la realtà può apparire più complessa. In taluni altri casi, differenti da questo della Maschio, per altro, ci sono aziende vittime delle «baciate» o con imprendito­ri che, dopo aver perso milioni di euro in azioni, hanno percepito l’inseriment­o nella lista come una sorta di «offesa ingiusta».

«Non sapevamo che la banca ci avesse catalogato in quel modo – chiude Bordi - e, come detto, non ne capiamo il motivo. Ma il nuovo cammino é stato intrapreso». (ma.pi.)

Bettin I nostri numeri sono tutti a posto

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Al timone Massimo Bordi (a sinistra), amministra­tore delegato di Maschio Gaspardo, con il Chief financial officer Paolo Bettin

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