Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Carlo e Giorgio Il nuovo show in scena da giovedì

«Temporary show» è il nuovo spettacolo dei due comici veneziani, da giovedì a domenica al Goldoni. Poi toccherà anche Vicenza e Verona. «Siamo circondati di cose che durano un battito di ciglia. Non diamo giudizi, solo intratteni­mento»

- Verni

Cinque repliche per la prima assoluta del Temporary show (lo spettacolo più breve del mondo) di Carlo e Giorgio. I due comici veneziani terranno a battesimo il nuovo spettacolo giovedì al teatro Goldoni di Venezia, rientrando, per la prima volta, nel cartellone della stagione di prosa del teatro della loro città. Il Temporary show si potrà vedere giovedì e venerdì alle 20.30, sabato alle 19 e domenica sia alle 16 che alle 19 (www.carloegior­gio.it). Lo spettacolo a febbraio inizierà una lunga tournée che toccherà anche il teatro Comunale di Vicenza (17 febbraio), il Camploy di Verona (28 febbraio), il Toniolo di Mestre (2 e 3 marzo) e il Verdi di Padova (28 aprile).

Quanto durerà «Lo spettacolo più breve del mondo»?

Carlo D’Alpaos: «Capisco sia una domanda ironica, ma purtroppo ci ha scritto più di qualcuno preoccupat­o da questo titolo. Ora ci chiediamo se sarebbe venuto qualcuno se avessimo intitolato lo show “lo spettacolo più brutto del mondo”».

Giorgio Pustetto: «Prima di acquistare il biglietto volevano sapere quanto durerà, come se il minutaggio valesse o meno il prezzo. La durata è sempre relativa, anche un secondo può essere eterno se ci si annoia, due ore possono durare un istante se ci si diverte».

Come mai avete scelto di portare in scena un “Temporary show”?

C: «Perché siamo circondati dai temporary shop e cose che durano un battito di ciglia».

G: «Basta guardarsi attorno. A chi non è mai capitato di andare a comprasi una maglietta in un determinat­o negozio e scoprire che, per un mese, è un temporary shop che vende solo ciabatte infradito».

In questo mondo di corsa, il tempo diventa il bene più

prezioso?

C: «Dovrebbe esserlo, ma anche qui entra in gioco la soggettivi­tà. C’è chi impiega benissimo il proprio tempo e chi lo butta via senza accorgerse­ne».

G: «È una sottolinea­tura etica che va oltre le nostre capacità. Chi è cosciente di impiegare bene il proprio tempo? Chi lo stabilisce? Poi se c’è un tempo perso, si presuppone che ci sia un tempo trovato... come diceva il vecchio amico Marcel Proust».

Nello spettacolo esprimete un giudizio su tutto questo?

C: «Lungi da noi dare un qualsiasi giudizio, il nostro è puro intratteni­mento. Se poi alla fine lo spettatore cogliesse qualche messaggio, per noi sarebbe una grande vittoria».

G: «E soprattutt­o ce lo dica, così lo impariamo anche noi. Alla fine siamo solo meri osservator­i e descrittor­i della realtà».

Come mai la regia è firmata da Paul Kargyokris?

C: «La vita è fatta di incontri. Questo è accaduto a Milano in maniera fortuita, ci siamo presentati, scambiati gli indirizzi e poi è nata la collaboraz­ione».

G: «È stata una sfida e un’esperienza importante. Oltre ad essere regista, Kargyokris è anche scultore, così ci ha insegnato che si deve sempre togliere quello che c’è in più dal materiale iniziale. Anche noi, assieme a lui, abbiamo dato una forma a tutto quello che avevamo portato».

Sembra uno spettacolo davvero serio .... ma si ride ancora con Carlo e Giorgio?

C: «Possiamo esporci e dire che si ride molto».

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Carlo e Giorgio, la coppia di comici mestrini in scena al Goldoni di Venezia
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