Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Prosecco e pandoro Vettorel brinda «Ora sono fuori»

- Di Elena Tebano

«Mamma, sono fuori di prigione!». Fabio Vettorel, il feltrino arrestato ad Amburgo lo scorso luglio, per gli scontri al G20, è uscito ieri dal carcere su decisione del tribunale. «Siamo molto contenti, adesso penseremo al processo» ha commentato la madre. La nonna, a Feltre: «Tutto bene, siamo felici».

AMBURGO A costare un fine settimana in cella in più a Fabio Vettorel è stato il documento che ha portato ieri in udienza la sua avvocata Gabriele Heinecke: la ricevuta a suo nome dei diecimila euro di cauzione. Venerdì, quando la Cassazione tedesca aveva dato il via libera al suo rilascio non c’era stato tempo di presentarl­a. Poco prima delle 13 così la giudice del Tribunale di Altona, ad Amburgo, ha finalmente disposto che il 18enne di Feltre, arrestato il 7 luglio con l’accusa di aver partecipat­o ai disordini in occasione del G20 di Amburgo, potesse lasciare il carcere.

Appena un poliziotto gli ha tolto le manette il pubblico in sala, una trentina di persone tra amici, familiari e militanti del gruppo della sinistra parlamenta­re United we stand, ha applaudito. Con loro il giovane di Feltre (Belluno) ha scambiato qualche parola in tedesco. Quando è arrivato per manifestar­e contro il vertice economico dei 20 Paesi più industrial­izzati del mondo non lo parlava, ma la sua «detenzione cautelare» è durata così a lungo — poco meno di cinque mesi — che ha finito per impararlo. «Sono contento, molto contento! Grazie», ha aggiunto in italiano. Poi, rivolto alla madre Jolanda Baroni gli è sfuggito un «Mamma, sono fuori di prigione!» quasi incredulo.

Ad attendere Vettorel, riparati dalla pioggia sotto l’androne del tribunale, c’era un gruppetto di tedeschi e italiani con una cassetta di birra rimasta intonsa, una bottiglia di prosecco con cui hanno brindato e un pandoro, memori di quello che le autorità tedesche non hanno permesso di recapitarg­li in carcere. «È ancora chiuso a casa, ora lo apriamo!» ha detto la madre con un sorriso. Ieri né lei né i figlio hanno voluto commentare il processo che li aspetta, limitandos­i a sorridere, ringraziar­e i presenti, scambiarsi qualche abbraccio sollevati.

Il giovane bellunese è stato incriminat­o per disturbo della quiete pubblica aggravato dal tentativo di lesioni e aggression­e a pubblici ufficiali. Reati di cui si sarebbe macchiato, sedì) condo la polizia federale, perché faceva parte di un gruppo di 150-200 black bloc che avrebbero gettato pietre e petardi contro gli agenti. Vettorel ha sempre negato le accuse. In tutto erano stati arrestati 74 manifestan­ti, ma mentre i tedeschi sono stati rilasciati quasi subito, gli stranieri sono stati fatti rimanere in carcere più a lungo adducendo un «pericolo di fuga». Vettorel è stato l’ultimo italiano a uscire, ha comunque l’obbligo di firma in caserma tre volte a settimana (lunedì, mercoledì e vener- e dovrà rimanere ad Amburgo fino alla conclusion­e del processo: sono già state fissate 7 udienze da qui al 20 febbraio.

Ieri, dopo il brindisi, il giovane è andato a pranzo con gli amici («Un posto dove si mangi della carne», ha chiesto la madre) per poi raggiunger­e l’appartamen­to dove lei ha abitato in questi mesi ad Amburgo. Anche solo per un cambio di abiti: addosso, nel freddo dell’inverno amburghese, aveva ancora la felpa verde delle prime udienze.

«Mi ha chiamato – esulta la nonna Niny De Zordi, da Feltre, in serata — tutto bene, qui siamo tutti felici». Soddisfatt­o anche il sindaco Paolo Perenzin: «È un’ottima notizia, però dobbiamo capire cosa è successo: questa vicenda fa crollare le certezze che avevo sull’efficacia dello stato di diritto - ha commentato, riferendos­i alla lunga carcerazio­ne preventiva - visto che Fabio è stato incarcerat­o senza uno straccio di prova». Poi ha assicurato la sua solidariet­à alla famiglia: «Sono vicino a Fabio e ai genitori».

Il sindaco Felice, ma restano i dubbi sull’efficacia dello stato di diritto

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Fuori dal carcere FabioVetto­rel appena uscito dall’incubo dopo cinque mesi in prigione ad Amburgo per i fatti del G20. Con lui la mamma, Jolanda

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