Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mose, niente utili alle aziende fino alla fine dei processi

Le imprese potrebbero restituire i soldi, continua la guerra col Consorzio

- Alberto Zorzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Non possono, possono, non possono. Montagne russe giudiziari­e sul Mose e sugli utili dei lavori per le imprese. L’ultima tappa della vicenda che si trascina da quasi due anni è arrivata ieri con una decisione del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso di Anac e Prefettura di Roma (il soggetto che ha disposto, su invito del primo, il commissari­amento del Consorzio Venezia Nuova), ristabilen­do il quadro giuridico contestato dalle imprese e cancellato in primo grado dal Tar del Lazio. Ora dunque si torna allo stop degli utili legati ai lavori del Mose, come prevede la legge anticorruz­ione che ha istituito l’Anac e regola il commissari­amento di aziende o appalti.

Il senso è quello di contempera­re da un lato la continuità dei lavori, affidati a chi già li stava eseguendo, dall’altro la necessità di non far lucrare su quegli stessi cantieri chi è finito sotto inchiesta per fatti illeciti. La norma prevede dunque che i commissari stornino gli utili (individuat­i anche in via presuntiva) in un conto a parte, in attesa della definizion­e dei procedimen­ti penali in corso per eventuali risarcimen­ti. Il problema è che il caso del Mose è più complicato di altri, perché il Consorzio è formato dalla varie imprese che eseguono i lavori e fa da intermedia­rio per i pagamenti. Il prefetto di Roma aveva dunque stabilito che non aveva senso bloccare gli utili del solo Cvn, ma anche quelli delle imprese. Tesi contestata dai privati, che avevano convinto i giudici del Tar romano dell’applicazio­ne letterale, rivolta solo al soggetto commissari­ato, in questo caso il Cvn. I giudici di appello sono stati però di avviso contrario: «Posto l’obbligo giuridico che grava sui commissari di accantonar­e tutti gli utili (senza distinzion­e alcuna) che discendono dal contratto commissari­ato scrive la quinta sezione, presieduta dall’ex ministro Franco Frattini - non si vede come sia possibile distinguer­e tra utili spettanti al Consorzio ed utili di competenza delle imprese consorziat­e».

«Soddisfazi­one», arriva dall’Autorità nazionale anticorruz­ione, guidata da Raffaele Cantone, mentre nei prossimi giorni si capirà che cosa succede ora. Infatti dopo la decisione del Tar di un anno fa, l’accantonam­ento non era stato più eseguito, ma bisogna capire se le imprese dovranno restituire i soldi. Tra Consorzio e privati c’è tensione proprio sui pagamenti in ritardo, tanto che Mantovani – l’impresa più agguerrita – ha presentato due istanze di decreto ingiuntivo al tribunale di Venezia, facendosi riconoscer­e dal giudice circa 17 milioni di euro. Ieri pomeriggio sia nella sede del Cvn, che tra i privati, si stavano valutando con i legali proprio le conseguenz­e della decisione.

Intanto il gup Gilberto Stigliano Messuti ha fissato per il 20 marzo l’udienza preliminar­e del processo ai «grandi accusatori» dell’inchiesta Mose. Sul banco degli imputati, come richiesto dai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, finiranno l’ex presidente di Mantovani Piergiorgi­o Baita e il suo ex direttore finanziari­o Nicolò Buson, l’ex ad di Adria Infrastrut­ture Claudia Minutillo, il rappresent­ante del Coveco nel direttivo del Cvn Pio Savioli e il faccendier­e Mirko Voltazza. Quest’ultimo ha una posizione minore legata soprattutt­o a false fatture, mentre i primi quattro sono accusati di diversi reati di corruzione e, per Baita e Buson, frode fiscale. A dicembre, anche se si vocifera di una richiesta di proroga ai primi di gennaio, sarà pubblicata la sentenza del maxi-processo che si è concluso a metà settembre, che traccerà la linea soprattutt­o sulle prescrizio­ni, visto che molti reati sono comuni al secondo processo. Proprio per questo il gup ha fissato il processo più avanti. Non è escluso che qualcuno degli imputati decida di patteggiar­e.

I giudici I commissari devono accantonar­e tutti gli utili che discendono dal contratto commissari­ato

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Opera complessa Si fa sempre più complicata la realizzazi­one del Mose. Dopo le vicissitud­ini giudiziari­e che hanno investito i cantieri, il progetto procede lento e il sistema non è ancora in funzione

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