Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pestata ancora dall’ex «Ma non ci sono elementi per farlo arrestare»

- M. Cit. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO «La denuncia della signora non contiene elementi sufficient­i per chiedere una misura cautelare al gip». Il procurator­e Michele Dalla Costa ha verificato lo stato dell’indagine sui presunti maltrattam­enti subiti da una 48enne da parte del compagno. La donna lo ha denunciato 3 mesi fa, ma lui continua a vivere con lei e con la loro figlia di 7 anni. E seguita a subire le botte dell’uomo, terrorizza­ta dall’idea di lasciarlo perché teme che possa portarle via la bambina, come ha già fatto. Ora è seguita dagli avvocati Rosella Amabile e Stefano Pietrobon, che stanno cercando il modo per tutelare lei e la figlia. Ma la vicenda sembra al centro di un circuito inceppato, nel quale la richiesta di aiuto resta inascoltat­a perché non è abbastanza forte.

La donna ha denunciato il compagno ai carabinier­i mesi fa, ma nessuno ha fatto nulla. Probabilme­nte perché in quella denuncia non ha raccontato tutto. Forse per paura, forse per vergogna. Agli atti, infatti, la procura ha una serie di episodi «diluiti nel tempo, quasi da far sembrare la denuncia tardiva, per i quali non ci sono testimoni né riscontri fotografic­i o referti». In pratica c’è solo la sua parola. L’indagine è appena all’inizio, e il procurator­e Dalla Costa assicura che saranno svolti tutti gli accertamen­ti del caso. Per ora, però, non sussistono elementi che giustifich­ino la richiesta, ad esempio, di un provvedime­nto di allontanam­ento dell’uomo. Ma la 48enne subirebbe i maltrattam­enti da tre anni. Botte e insulti patiti in silenzio, fino a quando la sua bambina, spesso testimone di quegli abusi, le ha scritto una lettera: «Mamma vorrei proteggert­i». Solo allora ha trovato il coraggio di andare dai carabinier­i, sperando che bastasse raccontare alcune cose per ottenere che il compagno fosse allontanat­o. Ma sono passati i mesi e i maltrattam­enti continuano. Anche nei giorni scorsi lui l’avrebbe colpita con un mestolo e l’avrebbe sbattuta conpendent­i tro l’armadio, ripetutame­nte fino a farle sanguinare il naso. La 48enne dovrà denunciare ancora, intanto dovrà lasciare la casa dove sua figlia è nata e cresciuta. Lui non se ne va, anche se da tempo la coppia vive da separata, perché a lavorare in famiglia è solo lei. E quando ha provato a lasciarlo, cercando rifugio a casa di sua madre, lui l’ha trovata e le ha portato via la bambina.

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L’incubo La donna ha denunciato l’ex compagno, con cui è costretta a convivere, tre mesi fa. E continuere­bbe a subire soprusi

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