Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Statuto speciale e fuga in Friuli De Menech: «Solo uniti si vince»
Dopo Sappada, incontro dai toni accesi ieri sera con i sindaci della provincia
BELLUNO Fuga in Friuli, disgregazione della provincia, particolarità di una città immersa nelle montagne. Sono stati questi i temi che ieri sera hanno tenuto banco all’incontro organizzato dal deputato Pd Roger De Menech al Centro congressi Giovanni XXIII dal titolo «Provincia di Belluno, una polveriera pronta ad esplodere». E il titolo è stato azzeccatissimo, visto il clima caldo che si è registrato in sala, con molti cittadini di Sappada arrivati per l’occasione armati di striscioni che inneggiavano alla libertà della provincia.
Tra i relatori che si sono avvicendati al microfono, anche il presidente della Provincia, Roberto Padrin, e molti rappresentanti dei Comuni bellunesi, dal vice sindaco di Feltre (che quattro anni fa ha rifiutato di cambiare regione), Alessandro Del Bianco, a Ornella Noventa, primo cittadino di Lamon, il Comune che nel 2005 ha approvato il referendum per passare in Trentino Alto Adige. Erano presenti alcuni citadini di Sappada e molti esponenti del Bard, che hanno esposto uno striscione con la scritta «Democrazia e libertà per la provincia di Belluno. Ad aprire le danze degli interventi, è stato proprio De Menech che ha sottolineato come «uniti si vince», «nessuno si salva da solo soprattutto in montagna» e, ultimo concetto, «o tutti o nessuno», riferito al recente esito del passaggio di Sappada con il Friuli Venezia Giulia.
Il riferimento a Sappada ha fatto da sponda a Padrin che, invece, ha puntato l’attenzione sul referendum del 22 ottobre. Il presidente della Provincia, nonché sindaco di Longarone, ha messo a confronto la consultazione popolare sull’autonomia del Veneto con quella dell’ormai lontano 2008, quando Sappada ha optato per il passaggio al Friuli Venezia Giulia. L’ultimo appuntamento alle urne è stato condiviso da tutti, mentre, spiega Padrin, «Non so quanto un referendum del 2008 abbia ancora validità dopo nove anni. Questa provincia, comunque, deve rimanere unita e mi batterò con tutte le mie forze perché questo succeda».
Il vicesindaco di Feltre, Alessandro Del Bianco ha definito «catastrofica» la vicenda Sappada e ha portato due esempi di come ha reagito, nel corso della storia, il Bellunese. Nel 1197 i vescovi i Belluno e Feltre si unirono per difendere il territorio, ma fallirono. Nel 1867, ad un anno dall’annessione del Veneto all’Italia, «i feltrini e i cadorini fanno una petizione per chiedere la disgregazione dalla provincia di Belluno». Due le soluzioni che ha fornito: «attaccarsi alla bandiera e aspettare la morte o ripensare interamente alla montagna veneta». Il sindaco di Lamon, Ornella Noventa ha infine rivendicato il fatto che il suo comune, nel 2005, fu il primo a volersene andare.