Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Quel giorno Sofiya disse che andava a una festa con amici»

- M.Cit. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CORNUDA (TREVISO) «Mio fratello era disperato senza Sofiya e si sentiva addosso il peso del sospetto. Per questo si è tolto la vita. Ma cosa sia successo non lo sappiamo, tutto è senza un perché». La famiglia di Pascal Albanese vive giorni terribili, oltre al lutto per la perdita del 50enne, i genitori Eliane e Angelo e la sorella, convivono in queste ore con il dubbio che la morte dell’uomo sia collegata alla scomparsa della sua compagna. E che lo sia perché a farla sparire potrebbe essere stato proprio Pascal.

La sorella, che insieme alla madre ha trovato il 50enne privo di vita domenica sera, è molto provata ma chiusa in un dolore dignitoso, ci tiene a spiegare che suo fratello amava Sofiya: «Stavano assieme da tanti anni. Lei faceva l’interprete, mi pare lavorasse a Bologna nei fine settimana. Mio fratello invece attualment­e era disoccupat­o. Vivevano in simbiosi e per questo, in questi 10 giorni lui ha sofferto tantissimo per la sua assenza, era molto provato». E’ lei stessa a raccontare la genesi dell’intera vicenda, spiegando quando la cognata è scomparsa: «Mio fratello ci ha raccontato che il 15 novembre lei gli ha detto che quella sera sarebbe andata a una festa, e che prevedendo di bere e fare tardi non sarebbe tornata a casa e si sarebbe fermata a dormire da un’amica. Lui era d’accordo. Per questo non si è preoccupat­o il giovedì quando non l’ha vista. Venerdì però, non riuscendo a mettersi in contatto con lei ha capito che era successo qualcosa ed è andato dai carabinier­i».

Secondo il racconto della sorella, sarebbe stato lo stesso Pascal a contattare le amiche con le quali Sofiya avrebbe dovuto andare alla festa: «Ma loro gli hanno detto che non l’avevano vista quella sera e che non c’era nessuna festa. Per questo lui è andato a denunciarn­e la scomparsa».

Le indagini sono iniziate, ma della donna non si è saputo più nulla: «Pascal ha telefonato subito alla mamma di lei in Ucraina per chiederle se l’avesse sentita e per avvertirla che non si trovava. Lunedì invece sono stata io a chiamarla, per dirle che mio fratello si era tolto la vita e lei mi ha detto che Sofiya la cercavano anche lì».

Ieri il ritrovamen­to dell’auto della donna a Maser ha reso ancora più oscura la vicenda: «Non lo sapevamo. Ma dov’era l’auto?» ci chiede la sorella che non nasconde: «Pascal era stato sentito dai carabinier­i come persona informata sui fatti e non era indagato, almeno non ci risulta, anche se si sa che quando scompare una donna il primo sospettato è sempre il compagno. Lui sentiva il peso di quel sospetto su di sé, era spaventato e questo potrebbe averlo spinto al suicidio. Non sappiamo cosa sia successo, aspettiamo risposte dagli inquirenti a tutti questi interrogat­ivi che rendono questa tragedia ancora più insopporta­bile».

Pascal era molto provato sentiva di essere il primo sospettato

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