Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ex popolari, 50 milioni per risarcire i soci truffati

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VENEZIA Nella bozza di legge di Bilancio licenziata ieri in commission­e al Senato c’è il «Fondo di ristoro finanziari­o» da 25 milioni per i prossimi due anni per «i risparmiat­ori che hanno subito un danno ingiusto, non altrimenti risarcito o indennizza­to, in violazione degli obblighi di informazio­ne, diligenza, correttezz­a e trasparenz­a» previsti dal Testo unico bancario. Si tratta dei cosiddetti casi di «misselling», le vendite ai danni di investitor­i che non avevano il profilo adatto per comprare prodotti rischiosi. Il Fondo arriva con un emendament­o depositato in Commission­e che rimanda a un decreto attuativo del ministero dell’Economia, da promulgare entro 120 giorni, la definizion­e dei modi per accedere alle risorse.

Il denaro a ciò destinato proviene per circa due terzi dai conti «dormienti» e per il resto dal Fondo speciale del Fondo Interbanca­rio. Così mentre il consiglio regionale ieri approvava all’unanimità una risoluzion­e per difendere i risparmiat­ori delle banche venete, se lo schema fosse confermato, al Fondo di ristoro non potranno accedere, nel caso delle ex popolari venete, i risparmiat­ori-azionisti che abbiano accettato l’Offerta di transazion­e. E va precisato che la misura non riguarda solo le banche venete. Tra i danneggiat­i contemplat­i ricadono anche gli acquirenti di obbligazio­ni subordinat­e di Banca Marche, Etruria, CariFerrar­a, CariChieti e Mps. E 50 milioni appaiono poca cosa, rispetto ai 400 spesi solo dallo schema di rimborso delle due banche la scorsa primavera.

A far sentire la loro voce sul tema del risparmio tradito, ieri, sono stati anche i vescovi del Nordest. «I vescovi – si legge in una nota - continuano a seguire con attenzione gli sviluppi delle vicende relative ai dissesti di taluni istituti di credito di questo territorio e che hanno causato effetti profondame­nte negativi sulle persone, sulle famiglie e sulle attività imprendito­riali. Esprimono la loro vicinanza a quanti soffrono ed incoraggia­no chi intende percorrere vie che possano garantire un risarcimen­to equo a chi si è visto privato dei sudati risparmi e depositi».

Intanto si preparano misure di sicurezza speciali per le udienze del processo Bpvi, a partire dalla prima, il 12 dicembre. La Procura di Vicenza intende chiedere che imputati e avvocati entrino per ingressi diversi dalle parti civili, per garantire l’incolumità di Gianni Zonin (se presenzier­à) e degli altri imputati.

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