Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Scioperano ospedalier­i e medici di famiglia Sanità, 3 giorni di caos

- di Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA E’ la rivolta dei medici. Proprio sotto Natale, periodo critico per influenze, polmoniti e ricoveri degli anziani, la sanità veneta rischia tre giorni blocco. Il 12 del mese scatta lo sciopero degli ospedalier­i, seguito, i prossimi 13 e 14 dicembre, dalla seconda serrata degli ambulatori proclamata dai sindacati dei 3200 medici di famiglia, dopo la due giorni vissuta gli scorsi 8 e 9 novembre con non poche polemiche (le critiche del Tribunale del Malato ma soprattutt­o la guerra dei numeri sull’astensione, limitata al 52% dalla Regione e calcolata su una media dell’83% dai camici bianchi, che hanno denunciato le Usl per divulgazio­ne di false informazio­ni). Su quest’ultimo fronte però potrebbe esserci una schiarita. Martedì mattina ci sarà l’incontro a Palazzo Balbi tra le sigle di categoria, Fimmg, Snami, Smi e Intesa sindacale, con l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, e il direttore generale di settore, Domenico Mantoan.

«Siamo ottimisti — confessa Domenico Crisarà, segretario della Fimmg Veneto — ci sono le condizioni per arrivare ad un accordo e quindi per far rientrare lo sciopero. Non è difficile trovare l’intesa: i soldi per rilanciare le Medicine di gruppo integrate (gli ambulatori h12 o h24: ne sono stati aperti 55 sugli 86 autorizzat­i secondo i dottori, 70 su 86 stando a Coletto, ndr) ci sono, anche perchè risultano vincolati. La Regione ha corrispost­o 25 milioni di euro, non a noi sia chiaro bensì per assumere personale e acquistare il materiale che serve, però l’intera operazione a regime ne costerà un centinaio. Sul fascicolo sanitario elettronic­o dovremmo essere a buon punto (Arsenal, il Consorzio delle Usl per la sanità digitale, data il debutto in primavera, ndr) e pare che da parte della Regione ci sia un’apertura anche sull’integrazio­ne delle delibere inerenti la nostra presenza nelle case di riposo e il contratto delle Guardie mediche». Insomma, se martedì le parti raggiunger­anno l’accordo su tutte le questioni in ballo — comprese l’avvio delle cure palliative h24 e nuovi letti in ospedali di comunità e strutture intermedie —, i medici di famiglia sospendera­nno l’intero pacchetto di 81 giorni di protesta. Partiti il 19 settembre scorso e in calendario fino al 31 dicembre 2018. «Li sospendiam­o e non li revochiamo perchè è un’apertura di credito e non ci fidiamo completame­nte — spiega Crisarà —. Nessuno pretende che tutti i progetti prendano corpo in 48 ore, ma ci riserviamo di vedere se davvero si realizzera­nno uno dopo l’altro».

Nessuna possibilit­à di conciliazi­one invece con i medici ospedalier­i. Anche perchè lo sciopero del 12 dicembre è nazionale e legato ai tagli alla sanità pubblica, allo stallo del contratto di lavoro e al «saccheggio dei fondi contrattua­li», a un sempre più diffuso ricorso al precariato e al peggiorame­nto delle condizioni di lavoro. «Quest’ultima voce ha fatto esplodere il malcontent­o — rivela Adriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao —. A fronte di carichi di lavoro che in Veneto superano le 48 a settimana invece delle canoniche 38 e senza il pagamento degli straordina­ri, si è diffuso un comportame­nto aggressivo da parte delle aziende sanitarie. C’è un clima pesante da caserma, con il ricorso improprio all’arma disciplina­re come strumento di intimidazi­one. Il tutto aggravato dalla mancata volontà da parte di Regione e Usl di ridurre il precariato e dal blocco delle carriere». I sindacati lamentano inoltre «condizioni organizzat­ive spesso al di sotto dei requisiti minimi di sicurezza»: reparti di Ostetricia senza il ginecologo di guardia la notte e nei festivi per carenza organica, pediatri non presenti al parto, medici dei Pronto soccorso costretti in alcuni ospedali a fare la guardia anche in altri reparti. A proposito della carenza di ospedalier­i in Veneto(sono 8400, più 2000 dirigenti medici), la Regione ha avviato un tavolo con i rappresent­anti di categoria per calcolare le dotazioni organiche presidio per presidio e reparto per reparto. Conclusa la prima ricognizio­ne, dedicata ai Pronto soccorso: mancano 100 medici.

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Adriano Benazzato Segretario Anaao

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