Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Prete arrestato per pedofilia La Diocesi prende le distanze
TREVISO «Una notizia dolorosa» così la diocesi di Treviso definisce la vicenda di don Pio Guidolin, originario di Catena di Villorba, arrestato a Catania con l’accusa di violenza su minore utilizzato dell’acqua santa prima dei rapporti sessuali. «E’ stato membro del PIME, (pontificio istituto missioni estere) ed era incardinato nell’Arcidiocesi di Catania – spiega la diocesi - pur avendo intrattenuto occasionalmente rapporti con il nostro territorio».
Nella nota si sottolinea come la stessa Arcidiocesi di Catania avesse già preso provvedimenti. «Venuta a conoscenza delle accuse mosse nei riguardi del Guidolin l’Arcidiocesi aveva subito indagato sui fatti e deciso l’immediato allontanamento dalla parrocchia. Aveva avviato, altresì, un procedimento penale amministrativo canonico presso il Tribunale Ecclesiastico conclusosi con la condanna del Guidolin alla pena della dimissione dallo stato clericale». Insomma «nessun legame con la Diocesi di Treviso». Un secco «no comment» è la riposta per chi prova a chiedere un giudizio sui fatti che vengono ora contestati dalla magistratura. A Catena di Villorba dove il religioso faceva ritorno saltuariamente lo ricordano in molti: «un trascinatore» secondo l’esperto di sette Giuseppe Bisetto.
La Chiesa trevigiana L’ex sacerdote non ha mai avuto incarichi
Hanno rubato la bicicletta sbagliata. Una due ruote elettrica per il monitoraggio ambientale e dotata di gps ha infatti portato la polizia locale di Conegliano direttamente nel covo. Il mezzo, in dotazione ad un dipendente del Comune di Conegliano, ha anche permesso agli agenti del comandante Claudio Mallamace di risalire all’autore del furto, un 23enne di origine marocchina. Dalla casa dove era stata nascosta, sono spuntate altre cinquanta bici, parzialmente smontate e imballate. Trovati anche 22 grammi di marijuana e 945 euro in contanti.