Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Alla ricerca di «nuove» castagne

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a castagna in Friuli, come in buona parte d’Italia, è stata per secoli un cibo legato alla sopravvive­nza nelle zone più povere delle aree pedemontan­e. Oggi, però, è diventato un frutto molto richiesto sia dal mercato al dettaglio, sia dall’industria alimentare e quindi offre buone opportunit­à agli agricoltor­i. Per questo l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) ha avviato due progetti che mirano a diffondere la coltivazio­ne di castagne sul territorio regionale e a mappare le varietà esistenti di castagne autoctone. Il primo progetto ha individuat­o sei aziende agricole disponibil­i a piantumare in tutto 4 ettari per valutare la possibilit­à di avviare la produzione intensiva con varietà già coltivate abitualmen­te in altre regioni d’Italia. Il secondo, invece, ha promosso la caratteriz­zazione dei frutti di alcune piante secolari che rientrano nelle varietà locali a rischio di estinzione e meritano di essere conservate. In particolar­e, con il Centro di castanicol­tura dell’Università di Torino sono state studiate circa 35 piante presenti in regione, dimostrand­o l’esistenza in Fvg di una grande biodiversi­tà. «Abbiamo individuat­o – spiega Michele Fabro, agronomo dell’Ersa – 15 genotipi specifici e autoctoni, non segnalati nei data base nazionali, che meritano di essere preservati e di entrare a pieno titolo nel novero delle castagne presenti in Italia. Ora avvieremo la ricerca su altre 100 piante».

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