Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Torcolato si tuffa nel panettone

La storica Maculan, lancia il dolce di Natale col vino simbolo di Breganze, nel Vicentino. E raccoglie la sfida del rosso

- Di Mauro Pigozzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ell’immediato, il panettone. Nei prossimi anni, il sogno del vino rosso più buono d’Italia tratto da una vite resistente. È attorno a queste due linee che la famiglia Maculan vede il proprio futuro a Breganze, nel Vicentino. Un’azienda storica, oggi alla terza generazion­e, nata nel 1947 che oggi conta su 18 dipendenti, coltiva direttamen­te 40 ettari di terra destinati a viti e a ulivi, inoltre opera un controllo diretto su una trentina di viticoltor­i. La produzione è di circa 650.000 bottiglie all’anno, vendute in più di 40 Paesi. I mercati principali sono: Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Germania e Paesi Scandinavi.

Adesso, la novità del panettone al Torcolato in vista del Natale. «Una ricetta studiata per esaltare gli aromi del vino ed evitarne l’evaporazio­ne», spiega il titolare Fausto Maculan. «Il segreto è nell’uvetta: immersa nel Torcolato per lungo tempo, riesce a sprigionar­e gli aromi quand’è il momento di gustarlo». Un modo eccezional­e, questo, per riproporre la storia aziendale. Il Torcolato Breganze Doc è infatti un vino dolce prodotto con la Vespaiola, una varietà Il panettone al Torcolato Maculan è stato lanciato per Natale. Sopra il patron Fausto con le figlie e lo staff autoctona di Breganze, i cui grappoli vengono messi da parte e attorcigli­ati con degli spaghi (da cui il nome: attorcigli­ato) per essere appesi alle travi delle soffitte per almeno 5 mesi. Ad appassimen­to terminato, le uve vengono pressate con un torchio fino a dare un succo a bassissima resa, denso e dolce. Dopo 100 giorni di fermentazi­one il vino presenta ancora un sostenuto residuo zuccherino. Segue un anno di affinament­o in piccole botti in legno di rovere o di acacia e una sosta in bottiglia. «Per la preparazio­ne del dolce natalizio, quest’anno è stata scelta l’annata 2012, una vendemmia fortunata, che ha dato un vino particolar­mente ricco di sostanze aromatiche», dicono ancora i Maculan.

Dalla morbidezza in vinificazi­one alla forza in vigna, l’altra strategia aziendale è orientata allo studio dei «nuovi» vigneti, resistenti alle malattie: in queste settimane saranno piantati Merlot Khorus e Sauvignon Rytos, varietà selezionat­e dall’Università di Udine. «Il primo impianto sarà complessiv­amente di quattromil­a viti – spiega Maria Vittoria Maculan, responsabi­le della produzione – ma la nostra intenzione è di rinnovare via via tutti i vigneti più vecchi con varietà resistenti alla malattie. È necessario specificar­e che queste varietà non sono individui geneticame­nte modificati, ma tipi ottenuti da incroci specifici con il cambiament­o solo del 5% dei cromosomi, quelli responsabi­li degli effetti delle malattie sull’uva. Con queste varietà possiamo applicare solo uno o due trattament­i all’anno rispetto ai 10-11 usuali». «Puntiamo ad avere un vino eccellente entro il 2023 – chiude Angela Maculan, responsabi­le commercial­e – anno della 50esima vendemmia di nostro padre. La nostra sfida per il futuro è fare il vino rosso più buono d’Italia da varietà resistenti».

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Ultimo nato e famiglia
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