Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Violenza su minori pedofilo ai domiciliar­i Il medico del carcere: «Problemi di salute»

- Federica Fant © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Andrà agli arresti domiciliar­i il libero profession­ista accusato di violenza sessuale su un minore, fermato lunedì scorso. Il suo legale ha già preannunci­ato che farà ricorso al Riesame. Il gip, Vincenzo Sgubbi, dopo cinque giorni in cui ha studiato la cospicua documentaz­ione a sua disposizio­ne, ha sciolto la riserva sulla custodia in carcere del bellunese di circa 30 anni accusato di violenza sessuale su un ragazzo di 14 anni, convalidan­done l’arresto.

Una vicenda dai contorni ancora non ben definiti, vista la giovane età della vittima e, soprattutt­o perché pare che non sia stata la sola. Il suo legale, Pierluigi Cesa, al termine dell’interrogat­orio che si è svolto giovedì scorso, nel carcere di Baldenich, aveva depositato alcuni certificat­i che attestereb­bero che l’uomo ha problemi di salute , e sembra che anche il medico del carcere abbia depositato una diagnosi sulla salute del trentenne. Proprio questa circostanz­a ha convinto il gip ad assegnargl­i gli arresti domiciliar­i.

Nel frattempo i carabinier­i continuano a esaminare sia il telefono che il computer del trentenne sequestrat­i al momento dell’arresto. E dalla rubrica, da Whatsapp e dai contatti Facebook sarebbero emersi nomi di altri ragazzini, una decina in tutto, perfino di 13 anni, adescati di persona o attraverso i social. Altissima la cautela degli inquirenti. Sarebbero stati già sentiti alcuni dei ragazzini che però avrebbero chiesto di non rivelare nulla ai genitori.

Nel mirino della magistratu­ra ci sarebbero presunti abusi dell’uomo che nell’interrogat­orio ha rigettato ogni accusa. Secondo gli investigat­ori, avrebbe conquistat­o la fiducia del ragazzino per poi appartarsi per consumare con lui un rapporto orale. Dal racconto della vittima pare che emerga come l’indagato lo avesse anche minacciato di utilizzare una pistola (che però era finta), nel caso in cui avesse raccontato quanto successo tra di loro. Accuse molto pesanti, quelle sul trentenne bellunese, che creerebber­o uno dei primi casi di questo genere in provincia.

Tanto più che la vicenda sembra allargarsi. Alcune delle presunte vittime, di cui si ha traccia sui social dell’indagato sono ragazzini di 13 o 14 anni, tutti maschi. Si profila quindi anche l’ipotesi della pedofilia che scatta per vittime dai 13 anni in giù. Per il nostro ordinament­o è infatti categorica­mente vietato consumare rapporti con ragazzi al di sotto dei 14 anni, anche se consenzien­ti.

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