Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Violenza su minori pedofilo ai domiciliari Il medico del carcere: «Problemi di salute»
BELLUNO Andrà agli arresti domiciliari il libero professionista accusato di violenza sessuale su un minore, fermato lunedì scorso. Il suo legale ha già preannunciato che farà ricorso al Riesame. Il gip, Vincenzo Sgubbi, dopo cinque giorni in cui ha studiato la cospicua documentazione a sua disposizione, ha sciolto la riserva sulla custodia in carcere del bellunese di circa 30 anni accusato di violenza sessuale su un ragazzo di 14 anni, convalidandone l’arresto.
Una vicenda dai contorni ancora non ben definiti, vista la giovane età della vittima e, soprattutto perché pare che non sia stata la sola. Il suo legale, Pierluigi Cesa, al termine dell’interrogatorio che si è svolto giovedì scorso, nel carcere di Baldenich, aveva depositato alcuni certificati che attesterebbero che l’uomo ha problemi di salute , e sembra che anche il medico del carcere abbia depositato una diagnosi sulla salute del trentenne. Proprio questa circostanza ha convinto il gip ad assegnargli gli arresti domiciliari.
Nel frattempo i carabinieri continuano a esaminare sia il telefono che il computer del trentenne sequestrati al momento dell’arresto. E dalla rubrica, da Whatsapp e dai contatti Facebook sarebbero emersi nomi di altri ragazzini, una decina in tutto, perfino di 13 anni, adescati di persona o attraverso i social. Altissima la cautela degli inquirenti. Sarebbero stati già sentiti alcuni dei ragazzini che però avrebbero chiesto di non rivelare nulla ai genitori.
Nel mirino della magistratura ci sarebbero presunti abusi dell’uomo che nell’interrogatorio ha rigettato ogni accusa. Secondo gli investigatori, avrebbe conquistato la fiducia del ragazzino per poi appartarsi per consumare con lui un rapporto orale. Dal racconto della vittima pare che emerga come l’indagato lo avesse anche minacciato di utilizzare una pistola (che però era finta), nel caso in cui avesse raccontato quanto successo tra di loro. Accuse molto pesanti, quelle sul trentenne bellunese, che creerebbero uno dei primi casi di questo genere in provincia.
Tanto più che la vicenda sembra allargarsi. Alcune delle presunte vittime, di cui si ha traccia sui social dell’indagato sono ragazzini di 13 o 14 anni, tutti maschi. Si profila quindi anche l’ipotesi della pedofilia che scatta per vittime dai 13 anni in giù. Per il nostro ordinamento è infatti categoricamente vietato consumare rapporti con ragazzi al di sotto dei 14 anni, anche se consenzienti.