Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Abano, nasce il primo centro veneto per il cambio di sesso
ABANO TERME (PADOVA) Nasce al Policlinico di Abano Terme, convenzionato con l’Usl 6 Euganea, il primo Centro regionale per i disturbi dell’identità di genere. Sarà una delle poche strutture pubbliche in Italia specializzate nella «rettificazione del sesso», ovvero consentirà a chi si sente intrappolato nel corpo maschile pur avendo anima e sensibilità femminili, e viceversa, di ottenere la fisicità adeguata al proprio essere donna o uomo. Ieri la giunta Zaia ha approvato una delibera che assegna all’ospedale di Abano tali funzioni, insieme a un finanziamento fino a un massimo di 200 mila euro l’anno per 2018, 2019 e 2020.
«La scelta di Abano non è casuale — dice Luca Coletto, assessore alla Sanità — il Policlinico dispone di importanti professionalità che rispondono alla necessità di concentrare le competenze multi specialistiche idonee alla presa in carico del paziente dall’inizio alla fine del percorso». Il team dedicato, coordinato del dottor Angelo Porreca, comprende psicologi, urologi, internisti, chirurghi ed esperti di ematochimica, che seguiranno il paziente anche nella fase post chirurgica acuta, in particolare per il delicato aspetto dei dosaggi ormonali.
Il centro padovano ha inoltre avviato un rapporto di collaborazione con l’ospedale dell’Università di Belgrado che, con Londra, è la massima autorità internazionale in materia. «Una decisione presa nel segno della qualità e della modernità — aggiunge Coletto — che mette un servizio di alta specializzazione a disposizione di persone in una condizione spesso di sofferenza psicologica e fisica. E alla sofferenza, di ogni tipo, una sanità che si rispetti ha l’obbligo morale e scientifico di dare risposte».
Si tratta in effetti di un obbligo di legge, poiché questa prestazione è stata inserita da un decreto del 12 gennaio scorso nei Livelli essenziali di assistenza. In più la legge regionale 22 del 1993 prevede: «Il Servizio sanitario regionale fornisce l’assistenza medico-chirurgica complessiva necessaria alla rettificazione di sesso nei casi autorizzati con sentenza del Tribunale. La giunta regionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge individua le strutture ospedaliere adeguate». Invece dei 30 giorni sono passati 14 anni, ma ora si parte.